EL ALAMEIN

L' ITALIA S'E' DESTA?


Cari amici, oggi mi ispiro alle recentissime polemiche di Vicenza, relative all'ampliamento della base americana, terminate con l'immancabile Grande-Manifestazione-Popolare. Che la dialettica politica maggioranza-opposizione ha trasformato negli insulti reciproci: "siete schiavi degli Americani!"; "no, voi siete schiavi dei Francesi!". La cosa mette tristezza. Anzitutto perchè la dice lunga sulla classe politica italiana, che invece di dividersi sulle soluzioni concrete da dare al tremendo calo di competitività economica e tecnologica del Paese (tanto per fare un solo esempio) preferiscono astutamente buttarla a cagnara sui massimi sistemi; perchè è più duro ed elettoralmente meno redditizio discutere sul concreto che infiammare la folla con cazzate ripiene d'aria fritta. Così due Italie continuano a scannarsi sull'America, la Francia, il fascismo, il comunismo, lo stato confessionale, lo stato laico, mentre i capoccia delle due famiglie curano potere e interessi, in questo perfettamente in armonia. Come in perfetta armonia hanno coniato il termine "qualunquismo", per scomunicare chiunque guardando al di là del naso, osi mettere il dito nella piaga dei loro veri disegni. Ma non è questa la sola cosa triste, purtroppo: la dicotomia dell'insulto "schiavo americano" - "schiavo francese" mi rimanda ad epoche amare della nostra storia, mai interamente metabolizzate, epoche di schiavitù, di dominazione straniera, tristemente oggettivate nell'immaginario popolare nelle favole del "principe biondo" ... che per chi non lo avesse capito, era un dominatore goto, o longobardo, o franco, o normanno, o austriaco (uniche triste eccezioni: spagnoli e arabi!). E mi tornano alla mente le parole di Indro Montanelli, sui cui libri di Storia d'Italia, annotava in tono sofferto ma impietoso questa nostra storica attitudine a servire il potente di turno, a mai farci padroni di noi stessi. Mille drammatiche cause storiche hanno originato questa tara dell' italiano, ma il tempo massimo dell'autocommiserazione ahimè è scaduto da tempo, mentre quello della riscossa tarda a venire.