EL ALAMEIN

FISCHI PER FIASCHI


Dice: a Parigi non hanno fischiato il nostro inno nazionale. No, infatti: hanno detto che abbiamo rubato la coppa del mondo, hanno fatto di quell'animale di Zidane un eroe nazionale, hanno detto che siamo ladri, imbroglioni e provocatori, che siamo corrotti, che compriamo le partite, ma l'inno no, non ce lo hanno fischiato. Il fatto che non abbiano fischiato, dà la misura di quanto siano ipocriti. L'eleganza di accettare una sconfitta non l'hanno avuta, ma hanno ostentato al mondo quella di tollerare il nostro inno. Ci hanno gettato addosso tonnellate di fango, ma hanno tenuto all'etichetta. A San Siro gli italiani hanno fatto sapere la loro risposta, unanime, fischiando in 80.000 l'inno nazionale francese, quella Marsigliese che rievoca i fiumi di sangue della loro rivoluzione, di cui sono tanto orgogliosi. E la stampa italiana (quella altrettanto buonista e ipocrita) si vergogna, si dissocia, si autoflagella, si straccia le vesti per questa manifestazione di "maleducazione". A me i fischi di San Siro, invece, hanno rievocato un grazioso siparietto della politica italiana Anni Ottanta: interrogato sulla tempesta di fischi che il suo Congresso indirizzò a Enrico Berlinguer, l'allora leader socialista Craxi dichiarò, con ghigno satanico, che era dispiaciuto di non saper fischiare.