EL ALAMEIN

L'OCTOBRE NOIR DU PRESIDENT


Che ottobre nero, povero Sarko! I sindacati regressisti d'oltralpe affossano la sua lotta ai privilegi con un megasciopero. Un tambureggiante piagnisteo filantropico boccia i suoi sforzi per il contenimento dell'immigrazione, divenuta in Francia una calamità (5 milioni contro i 3 dell'Italia, stando al Nouvel Observateur). I media regressisti stanno dannandosi l'anima per rivalutare quel 68 coraggiosamente attaccato dal Presidente. Come dire: tutta l'Europa è paese, non bastano i trionfi elettorali per cambiare, nè l'iperesposizione mediatica, nè l'iperattivismo.  Come se non bastasse, les bleus di Chabal perdono la finale del Mondiale di rugby con gli odiati inglesi (sì, odiati, diciamocelo chiaramente: il buonismo filoeuropeista non ci faccia mai dimenticare che nel nostro continente ci siamo scannati fino a sessant'anni fa e sotto sotto ci detestiamo ancora tutti). Tuttavia non provate a consolare Sarko con la storiella dello "sfortunato al gioco, fortunato in amore", giacchè in questo interminabile ottobre, pure la moglie lo ha lasciato ! Il motivo ufficiale? L'ex première Dame di Francia Cécilie Sarkozy ha bisogno di star lontana dai riflettori. Poverina, essersi andata a trovare proprio un leader politico in ascesa, uno che sotto i riflettori ci campa da una vita, dev'essere stata una disgrazia non da nulla. Per sfuggire ai riflettori di Francia pensate, si è dovuta rifugiare sotto i riflettori libici, quando si è incaponita (con successo) di liberare le quattro infermiere bulgare. Tipica impresa di una persona che ama stare nell'ombra, vivere una vita normale, lontana dalle luci della ribalta. Ma mi faccia il piacere, diceva Totò.