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GIULIANO PISAPIA NUOVO SINDACO DI MILANO

Post n°14 pubblicato il 10 Giugno 2011 da massimo.emanuelli



giovedì 9 giugno 2011

PUBBLICATO SU IL MILANESE

GIULIANO PISAPIA VINCE AL BALLOTTAGGIO ED E’ IL NUOVO SINDACO DI MILANO

GIULIANO PISAPIA VINCE AL BALLOTTAGGIO ED E’ IL NUOVO SINDACO DI MILANO


di Massimo Emanuelli

Massimo Emanuelli, insegnante e giornalista milanese, storico di Milano, che ha conosciuto parecchi sindaci della città fa un’analisi del voto e spiega il perché della Vittoria di Giuliano Pisapia.



Giuliano Pisapia è stato eletto sindaco di Milano, è l’undicesimo primo cittadino del capoluogo ambrosiano dal dopoguerra. Dopo diciassette anni una giunta di centro-sinistra torna al governo della città. Al primo turno più che una vittoria di Pisapia c’è stata una sonora sconfitta del sindaco uscente Letizia Moratti. Molti elettori moderati infatti si sono astenuti o hanno scelto il terzo polo. Al ballottaggio la Milano moderata, riformista e cattolica, unitamente al terzo polo, si è decisamente schierata con Pisapia che ha aumentato ulteriormente il proprio consenso rispetto ai voti recuperati dal sindaco uscente. Pisapia ha vinto perché ha saputo conquistare la Milano moderata, riformista, socialista e cattolica, ormai stanca di una destra che non esprimeva più l’anima della città. Nonostante una denigratoria ed esagerata campagna volta a spaventare l’elettorato moderato, Pisapia si è dimostrato equilibrato, non ha risposto a provocazioni.

Le prime risposte di Pisapia sono arrivate pochi giorni dopo la vittoria ma non nei confronti della destra sconfitta, bensì nei confronti di Nichi Vendola, leader del suo partito. Vendola (come ormai fanno in tanti senza conoscere la storia della città, senza conoscerne l’elettorato e senza essere informati su Milano) si è lasciato andare in alcune dichiarazioni fuori luogo e Pisapia ha replicato: “in una città che non si conosce si ascolta”. Pisapia probabilmente farà come Virginio Ferrari, il sindaco socialdemocratico degli anni ’50 che, una volta eletto primo cittadino, non mise più piede nella sede del suo partito. Pisapia sarà il sindaco di tutti i milanesi, di tutte le culture ed anime della città. Pisapia dovrà lavorare molto per far ripartire Milano, una Milano da ricostruire, come Antonio Greppi, il sindaco della Liberazione. Anche Pisapia come Greppi è avvocato, non scrive opere teatrali ma ha molti amici artisti. Il nuovo sindaco mi ricorda molto Aldo Aniasi, primo cittadino dal 1967 al 1976, abilissimo nel conciliare le diverse esigenze, le diverse culture politiche cittadine e le forze sociali, che sapeva dialogare con la vecchietta e con l’intellettuale, con il commerciante, con il pensionato e con l’imprenditore.

Pisapia sta dimostrando di essere il sindaco di tutti i milanesi, lo ha dimostrato con diverse dichiarazioni, con le sue prime uscite pubbliche e aprendo Palazzo Marino ai cittadini lo scorso 2 giugno, spezzando così una quasi ventennale tradizione di sindaci che vivevano blindati e lontani dalla cittadinanza.

Anche nella scelta dei propri collaboratori in giunta pare sia rispettato il pluralismo, e così sarà nelle aziende comunali: “Nelle aziende partecipate tutti quelli con doppio incarico dovranno cederlo, chi è stato nominato in base alle competenze resterà, chi invece è stato nominato per equilibri politici non potrà restare”

Parole sagge per un sindaco super partes. Buon lavoro signor Sindaco.



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GIULIANO PISAPIA NUOVO SINDACO DI MILANO

Post n°13 pubblicato il 10 Giugno 2011 da massimo.emanuelli

ECCO DUE ARTICOLI CHE HO SCRITTO PER IL MILANESE

 

http://accademiailmilanese.blogspot.com/2011/06/giuliano-pisapia-vince-al-ballottaggio.html

 
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I 32 ANNI DI TELEGRANDUCATO LIVORNO

Post n°12 pubblicato il 09 Aprile 2011 da massimo.emanuelli

Il 29 aprile 1979 nasceva Telegranducato, emittente di Livorno, sorta per iniziativa dell’Associazione degli Agenti Marittimi, Telegranducato irradia i suoi programmi dal canale uhf 65. La sede è in piazza  Cavour 12 a Livorno, l'emittente manda in onda film, telefilm, cartoni animati, un notiziario degli agenti marittimi, il programma di Maurizio Seymandi Superclassifica show. Ma il progetto non sfonda, l’emittente viene allora rilevata dai dipendenti che danno vita ad una cooperativa presieduta da Arturo Fremura. . Si inizia a dare molto spazio all’informazione locale e allo sport, ingredienti che caratterizzano ancora oggi l’emittente e il progetto ha successo.  Il TG NEWS fin dagli esordi è molto curato ed ha tre edizioni.  Fra gli altri programmi del primo periodo dell'emittente ricordiamo trasmissioni in vernacolo livornese (compresi i notiziari e le partite di calcio trasmesse da Vezio Benetti).  Nel 1982, in occasione delle visita a Livorno di Papa Giovanni Paolo II, Telegranducato effettua una delle prime dirette realizzata da un tv locale in Italia (a Telegranducato ha lavorato fra l’altro Luca Collodi, attualmente a Radio Vaticano).
Nel corso degli anni ’80 Telegranducato allarga il proprio bacino di utenza a tutta la Toscana, e, in alcuni casi, sconfina fino a La Spezia, oltre allo storico canale uhf 65 l'emittente trasmette ora anche dai canali uhf 25 e uhf 61.  Fra i programmi degli anni '80 ricordiamo incontri di basket, la rubrica di attualità CRONACHE LOCALI, la rubrica sportiva GRANDUCA... LCIO a cura di Luca Salvetti, film, telefilm, e telenovelas.  Ma la connotazione principale è quella di una tv impegnata in tutto il territorio toscano con ampi servizi su paesi e città minori mettendosi in competitività con le altre emittenti del livornese e del pisano che successivamente chiuderanno i battenti mentre TeleGranducato resiste e aumenta il proprio seguito.  L'emittente realizza molte altre dirette televisive, specialmente del Livorno Calcio. Fra gli altri programmi CUORE AMARANTO, ANTEPRIMA LIVORNO PISA, SPORT E SCOMMESSE, LINEA SPORT, PRESSING, VOLLEY TIME, SCIARE IN DIRETTA, PALLAVOLO, TOSCANA LAVORO, ATTUALITA', CONFCOMMERCIO OGGI, CITTADINI E ISTITUZIONI, LA PAROLA DI DIO,  non mancano gli incontri del Livorno Basket e del Montecatini, spettacoli di intrattenimento come GRAZIE PREGO SCUSI (in onda il martedì sera e condotto da Marilena), ARCOBALENO (programma pomeridiano con Erika).  Nel nuovo millennio inizia a collaborare con TeleGranducato anche il giornalista sportivo Massimo Marini proveniente da Canale50, parte una nuova trasmissione LIVORNO OLE'.
Oggi Telegranducato trasmette dagli uhf 61, 45 e 25, propone un tg in quattro edizioni (12,30; 14,30; 18,30 e 20,30), più strisce notturne in replica; il telegiornale è ben fatto, si presenta, a parer mio, come uno dei migliori in assoluto fra tutti i notiziari locali che ho mai visto in Italia, e infatti ha vinto il Premio di Millecanali. Il palinsesto dell’emittente propone: rubriche sportive dedicate al Livorno e al Pisa calcio, incontri delle squadre di basket del Montecatini e del Pontedera. I volti noti per lo sport sono quelli dei giornalisti Luca Salvetti e Massimo Morini; lavora presso la redazione giornalistica Andrea Riccelli, il quale ha iniziato la sua attività alla radio diocesana di Livorno, e che lavora a Telegranducato dal 1991, Andrea Riccelli mi ha fornito molte testimonianze sulla storia dell’emittente.
Il 50% delle trasmissioni di TeleGranducato è autoprodotta, l’emittente non propone linea erotiche o rubriche di cartomanzia affidate ad esterni, ne ha solo una curata però da una dipendente.  Telegranducato, per la qualità dei suoi servizi ne fornisce alla Rai, a Mediaset e La7.  Fra i programmi da segnalare: L’Università in tv, interviste ai presidi, ai docenti, agli studenti, in collaborazione con l’Università di Pisa; il talk show politico Agorà, il programma di attualità Zoom, il programma di folcklore Paese mio, condotta da Toscana Jones. TeleGranducato propone RUNNING NEWS, un rullo interrotto di notizie filmate, repliche dei tg della giornata. Altri programmi sono la rubrica Tg Runner, e quelli prodotti per il Consiglio Regionale Toscano e per il Sant’Anna di Pisa, la rubrica sportiva Livorno Alè, sul Livorno Calcio. A Telegranducato tutto è grazioso, persino la pubblicità: famosissima in Toscana è diventata Roberta Pelle, la pellicciaia che ha generato due figli, Roberto e Roberta, i quali vendono a loro volta pelli attraverso lo schermo, dal Tirreno all’Adriatico.
Nell’estate 2005 Telegranducato, a differenza di altre emittenti che propongono le solite repliche, ha proposto programmi “balneari” quali Sotto l’ombrellone, condotto da Jacopo Paoli, Strada facendo show, condotto da Daniele Cecchini, spettacoli ripresi per le piazze delle città toscane, e L’estate di Caprilli.
Molti sono i premi vinti da Telegranducato, ricordiamo nel 1996 l’Oscar delle Tv Locali organizzato dalla rivista Millecanali, il Premio Comitato Uisp nel 2000, la terza edizione del Pinocchio Tv Festival (2003/4).
La sede centrale dell’emittente è in piazza Cavour 25 a Livorno, l'emittente ha una redazione anche a Pisa, che è stata aperta nel 1998. Il simbolo di Telegranducato è una stella, il motto “la tua stella, da 26 anni la tua televisione”. L’attuale presidente è Fabio Daddi, è presente fra i soci anche Silvio Fremura, figlio del defunto Arturo, primo presidente di Telegranducato seconda gestione. Telegranducato ha 28 dipendenti e diversi collaboratori, ed è sul digitale terrestre.

 
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VENERDI' 8 APRILE ORE 21 MASSIMO EMANUELLI OSPITE A RADIO DEI NAVIGLI

Post n°11 pubblicato il 06 Aprile 2011 da massimo.emanuelli

VENERDI' 8 APRILE ORE 21 MASSIMO EMANUELLI OSPITE DI REGINA FRANCESCA PERSICO SU RADIO DEI NAVIGLI

 

http://www.radiodeinavigli.com/

 

MASSIMO EMANUELLI RACCONTERA' 30 ANNI DI RADIO E DI SPETTACOLO

 

RICORDI E ANEDDOTI SU DIEGO ABATANTUONO, GIANFRANCO FUNARI, GIORGIO GABER, EUGENIO FINARDI, ENRICO RUGGERI, MAURIZIO SEYMANDI, GIGI VESIGNA, MASSIMO BOLDI

 
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MASSIMO EMANUELLI RISPONDE A MARCO MAZZOLI

Post n°10 pubblicato il 03 Aprile 2011 da massimo.emanuelli

RISPOSTA DEL VECCHIO PIRATA DELL’ETERE MASSIMO EMANUELLI A MARCO MAZZOLI IN MERITO A

AMO LA RADIO… MA QUALE FUTURO AVRA’?

Rispondo a quanto scritto da Marco Mazzoli sul suo blog: Amo la radio… ma quale futuro avrà?

Marco anch’io amo la radio, l’ho sempre amata, ci sono entrato tantissimi anni fa (prima di te, per ragioni anagrafiche) ai tempi delle prime radio libere (ma libere veramente, come recitava la canzone di Eugenio Finardi). Ricordo che ci entrai per conoscere le ragazze che non conoscevo, si allora era un modo per conoscere le ragazze, con le mitiche dediche di canzoni alle ragazze che ti piacevano.  Nonostante l’approdo in radio locali studiavo, mi impegnavo, imparavo l’inglese con le canzoni, ordinavo i dischi, lavoravo dietro le quinte di guru della radiofonia (Franco Moccagatta in primis) quanto ho imparato e quanto lavoro dietro le quinte prime di avere un mio programma. Solo qualche dedica e intanto le ragazze ole conoscevo ma se le portavano via gli altri. AHAH L’incontro con la donna della mia vita (la mia attuale moglie) è arrivato tantissimi anni dopo.  Però l’amore per la radio è rimasto, dura da più anni rispetto a quello per mia moglie. Mentre attendevo il grande amore che finalmente è arrivato in radio ho avuto la fortuna di conoscere persone come Eugenio Finardi, Giorgio Gaber, Gianfranco Funari, Gigi Vesigna, Maurizio Seymandi, Massimo Boldi e tanti altri.  Ho avuto la fortuna di formarmi dietro a grandi maestri. 

I giovani di oggi?  Intanto hanno come maestri personaggi di bassissimo spessore, e poi non conosco donne, non conoscono neanche gli uomini, e non fanno nemmeno radio perché (siamo d’accordo in questo) le radio locali chiudono e sui network approdano i figli d’arte e i raccomandati. AHAH

Marco Mazzoli scrive: “nonostante siano passati 11 anni dalla prima diretta dello Zoo e circa 26 da quando è iniziato questo lavoro non riesco a farmelo venire a noia, anzi più passa il tempo e più gliene dedico. Eppure dopo tanti anni i meccanismi sono simili, conosco le scorciatoie potrei fare meno e godermi di più il resto della vita, ma non ci riesco, è più forte di me”.  Beh caro Marco se ti dedichi un po’ più alla vita e ad altre attività (se le sai e le vuoi fare) lasceresti spazio in radio a qualcun altro.  Quanto hai scritto però ti fa onore, alcuni tuoi colleghi mai farebbero ammissioni simili.  E’ anche vero (e ti assicuro io conosco i giovani come educatore) che molti giovani  non sono costanti, non vogliono fare gavetta, vogliono avere tutto e subito, non sono nemmeno disposti a lavorare dietro le quinte.  Ma è anche vero, come scrivi, che la gerontocrazia radiofonica gli chiude le porte.

Anch’io amo i miei lavori da morire, la radio è solo un diversivo che ogni tanto mi prendo. Oggi faccio l’insegnante, il giornalista, e delle radio locali sono diventato per ragioni di frequentazione e (ahimè) di anagrafe, lo storico.  Pur mosso da grande passione  per la radio (mentirei se tacessi ciò) mi sono inventato un modo diverso per rendergli un tributo, ma ogni tanto io interrompo le mie avventure radiofoniche, non faccio il verso a me stesso, non continuo ad andare in onda stancherei.  Fiorello stesso quando non ha niente da dire stacca e fa altro.  La scorsa settimana ho intervistato un tuo  collega on air su un network da tantissimi anni, anagraficamente e radiofonicamente più anziano di te, dopo avere parlato dei suoi esordi si è lasciato andare: “Massimo lo sai quanto mi divertivo, ti ricordi  quanto ci divertivamo? Oggi mi sembra di essere un impiegato dell’etere”. 

Si ecco cosa siete diventati, impiegati dell’etere. Dove diavolo sono andate a finire l’inventiva dei dj, i loro pareri, le loro esperienze personali, insomma la loro unicità di fare la radio come la seppero fare negli anni del pionierismo..   Dove sono finiti i Leopardo, gli Awana Ghana, i Gerry Bruno, ognuno con proprie  esperienze personali da offrire quotidianamente al pubblico sempre attento a tutte le varianti della (e sulla) radio? Certo, capisco che oggi giorno le radio commerciali siano diventate così spaventosamente commerciali che ormai, per quanto riguarda la musica da trasmettere, se non dipendi dalle majors sei tagliato fuori...  Tutte le radio, non importa con quale deejay al microfono, trasmettono tutte la stessa musica, e sull'etere ci propongono le stesse notizie Ansa estrapolate dal computer e dal web.  Questa la trovo una cosa inaccettabile. Come trovo inaccettabile il non poter distinguere un network dall’altro, ormai si scimmiottano le cose peggiori.

Marco sei arrivato in radio qualche anno dopo rispetto a noi pionieri (non avresti potuto farlo prima anagraficamente) quando già c’era un’involuzione delle radio che da libere diventavano commerciali, ricordo tanti altri grandissimi speaker che ti hanno anticipato, che sono rimasti sulle radio locali per tantissimi anni e che quando le emittenti locali hanno chiuso invece  di approdare sui network, nonostante la loro indiscussa bravura, hanno poi iniziato un’altra professione. E ricordo altri bravissimi conduttori ancora oggi in onda su emittenti locali, mai approdati sui network.   E non lo scrivo con la frustrazione e la delusione di chi, come me, non è mai approdato su un network, io sono contento così, non riuscirei mai a fare “l’impiegato dell’etere”. Oggi mi occupo di altro (anche se la radio c’entra ancora eccome nella mia professione) e quando sporadicamente rientro in radio lo faccio per passione visto che ho un’altra professione.  I miei programmi sarebbe improponibili sui network e quindi sono ben felice di avere chiuso e di riproporli a volte su webradio.  Ma io penso a tanti altri pionieri di altre città italiane che ho incontrato molti anni fa ai festival delle radio e che ho poi ritrovato in anni recenti grazie ai facebook e grazie ai meeting della radiofonia di Sapri e di Riva del Garda (meeting che voi dj dei network snobbate) oggi c’è chi fa l’avvocato, chi il pubblicitario, chi il professore, chi il funzionario pubblico ecc. ma a tutti è rimasto il sapere comunicare nella propria professione, dono che ci ha lasciato il fare radio molti anni fa. Tutti indubbiamente più creativi di voi “impiegati dell’etere”, che non riuscite a stare senza il microfono e a fare un altro lavoro.

Meno male che la “vecchiaia” ti fa compiere “azioni matura che spesso vanno in contraddizione con il tuo modo di essere” però tu e Linus non chiedetevi quando andrete in pensione, non ponetevi il problema di chi prenderà il vostro posto, perché non lascerete mai la radio, e quindi non ci sarà mai spazio per i giovani anagraficamente o radiofonicamente nuovi. 


E comunque un plauso Marco per le tue ammissioni, però dai hai fatto come il politico che contesta gli aumenti di stipendio ai parlamentari o che sostiene di volere abolire le Province, ma poi non si toglie i privilegi.  E ad ogni modo se proprio dovete formare dei giovani o scoprirli dovreste fare come facevano un tempo in politica (nella prima Repubblica perché nella seconda si è subito lanciati e senza gavetta con logiche non certo professionali): si partiva da un consiglio di quartiere, per poi passare in consiglio comunale, provinciale e regionale, prima di approdare in Parlamento, prendendosi i voti di preferenza e non entrando in listini blindati.  E così dovreste scovare i giovani dalle radio locali e dalle webradio.  Altro che casting e provini (pilotati), molto spesso in politica (e sui network) arrivano figli d’arte, raccomandati ecc.  Curioso il caso di una dj che dopo avere fatto radio su un’emittente locale approdata su un network da pochi anni si sente più grande di Fiorello.   Girando l’Italia delle radio locali, delle webradio, ho scoperto invece tanti validissimi speaker nuovi anagraficamente o radiofonicamente per i network, perché non riuscite a scoprirli voi? Siete così presi ad andare in onda e non avete neanche il tempo di ascoltare gli altri.  Io ricordo che anche quando eravamo on air noi pionieri ascoltavamo le altre radio (anche le più piccole). 

Certo i network stanno diventando come il Parlamento, sempre i soliti. Perché le radio locali chiudono? Per gli editori dei network che si prendono la pubblicità, che rilevano le frequenze, ma è la legge del mercato.

Concordo pienamente caro Marco che i corsi per diventare dj sono “delle boiate succhiasoldi che non servono a un bel cazzo” e infatti mi sono sempre rifiutato di insegnare in queste scuole storia della radio.  Concordo anche sul fatto che “nelle radio nazionali non c’è riciclo se non assumendo gli ex televisivi che questo lavoro non lo fanno per amore, ma semplicemente come pagliativo (palliativo, sic!) in attesa di un programma in tv”.  Ma questo l’avevano già detto i Buggles con la loro Video Kill the radio star.

 

Con immutata stima.

Massimo Emanuelli

 
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