TRA CIELO E TERRA

LA MORTE QUALE CULMINE DELLA VITA, intervista al dr. Volker Fintelmann (2)


./. continua D. Perchè gli uomini anziani e, in generale, la vecchiaia, sono visti così negativamente nella società attuale?E' un malinteso generato dall'esclusivo orientamento verso la corporeità. Se si concepisce l'uomo quale essere meramente corporeo la vecchiaia diventa, evidentemente, una realtà negativa. Si paragona il corpo invecchiato ad una vecchia auto o a un vecchio frigorifero, che non si usano più. Così facendo, però, si diventa ciechi nei confronti dell'aspetto più specifico dell'invecchiare: la maturazione spirituale e l'incessante divenir creativo dell'anima. Questa cecità viene fortemente rappresentata dalla mentalità nordamericana, nella quale il sogno dell'eterna giovinezza conduce ai più vistosi eccessi. Si pensi, ad esempio, all'idealizzazione della giovinezza e alla chirurgia estetica. La continua sottolineatura di tutto ciò fa sì che si cresca con la convinzione interiore che la vecchiaia sia qualcosa di spaventoso. Sorge, allora, una situazione paradossale: oggi ognuno vorrebbe vivere fino alla più tarda età, ma nessuno desidera diventar vecchio. Questo travestimento si può capire solo a partire dalla totale negazione di tutto ciò che è spirituale. Se si guardasse allo spirito, invece, si potrebbe, forse, sviluppare ancora quel sentimento nei confronti delle persone anziane che si aveva qualche secolo fa. E' l'esercizio degli sport competitivi che ci rende coscienti dell'invecchiamento del corpo, della sua perdita di elasticità e di brio. Adagio adagio cessa tutto ciò che, fino a poco tempo prima, si riteneva ovvio. Quando si è giovani si può cadere, sciando, senza farsi nulla, oppure essere colpiti giocando a hockey senza subire gravi danni, ma viene poi il momento in cui questi eventi diventano problematici e cresce la possibilità di farsi male davvero. Un elemento importante, che ci fa comprendere come la vecchiaia cominci prima di quanto in genere si pensi, è il concetto di "senior", che vien dal latino "senex". Nell'antica Roma si poteva diventare senatori solo a quarantadue anni compiuti. In quei secoli si sapeva che gli uomini, ai quali venivano affidate responsabilità, dovessero avere almeno la maturità del quarantaduesimo anno di vita per poterle ricoprire. Se nello sport si diventa senior già a trentadue anni ciò significa, fondamentalmente, che anche se solo in forma iniziale, si è entrati nella vecchiaia. Dal punto di vista corporeo l'invecchiamento significa l'inizio dello sviluppo di processi degenerativi, ma per lo spirito esso è, invece, maturazione. E così è anche nella natura: ogni pianta è orientata verso la produzione dei frutti. Nell'uomo, invece, si vuole ignorare il momento della vecchiaia. Suona tragico il titolo che Curd Jurgens ha dato alla sua biografia: 60 anni e neanche un briciolo di saggezza.
Saggezza, Leonardo da Vinci./. (continua)