TRA CIELO E TERRA

LA MORTE QUALE CULMINE DELLA VITA, intervista al dr. Volker Fintelmann (3)


./. continua (dal post nr. 391 e successivi)D. Se la vecchiaia comincia già a quarant'anni ci si deve occupare per tempo di questo processo. Come ci si può preparare all'invecchiamento e alla morte stessa?Ci sono molte possibilità. Premessa fondamentale è quella di educare i giovani ad avere la giusta reverenza nei confronti della vecchiaia. Il giovane  deve avere grande rispetto per l'anziano. Ma ciò presuppone la possibilità di incontrare anziani che facciano sorgere in lui questa reverenza e quel rispetto. Vecchi e giovani oggi vivono divisi: sarebbe davvero bello creare relazioni di vita che favoriscano un maggior numero di rapporti e di contatti tra loro. Rudolf Steiner ha espresso un bellissimo pensiero: "Chi non sa pregare da bambino diventerà un vecchio incapace di benedire". Dunque ci sono, fin dall'infanzia esperienze che permettono di invecchiare bene. A queste appartengono, per esempio, l'ammirazione e la reverenza nei confronti di persone ricche di esperienze di vita. Per invecchiare nel modo giusto bisogna essere persone capaci di imparare per tutto il corso della vita. In senso negativo, infatti, un uomo è vecchio quando non ha più voglia di imparare. Qui cade a pennello un proverbio spagnolo che mi piace molto, anche se suona paradossale: "Se vuoi diventare vecchio nel modo giusto devi cominciare presto". Si vince così il timore davanti alla vecchiaia e alla morte.D. Qual'è la causa fondamentale di ogni malattia? Proviene piuttosto dalle condizioni interne dell'organismo o dipende invece dall'esterno?Secondo l'opinione oggi dominante la malattia viene da fuori. A tale ordine di pensieri appartengono la teoria degli agenti patogeni, quella delle malattie infettive, quella delle sostanze cancerogene e quella degli infortuni. Ci sono, invece, esplicite affermazioni di Steiner che, al contrario, riconducono l'origine della maggior parte delle malattie alle condizioni interiori. Si tratta, in genere, di processi che, in sè, sono sani, ma che hanno subito modificazioni. Prendiamo un esempio particolarmente significativo per l'invecchiamento: la sclerosi, cioè la tendenza all'indurimento, alla perdita di elasticità. Nell'infanzia la formazione delle ossa presuppone una giusta misura di sclerotizzazione, con una diversa intensità a seconda dei singoli organi, cioè delle membrane e delle ossa. Un osso deve diventare più duro del fegato: il sangue invece deve conservare la sua fluidità. La sclerosi, quindi, è in sè la facoltà dell'organismo di pervenire alla sua forma adeguata. Se difettosa nell'infanzia subentra allora il rachitismo, dovuto proprio al mancato indurimento delle ossa. Lo stesso dicasi per le formazioni tumorali, che essenzialmente sono una differenziazione dei tessuti rispetto alle loro forme proprie. Tutti i tessuti derivano da un unitario tessuto primordiale il quale, a sua volta, si differenzia nell'infinita molteplicità dei tessuti corporei. Questa capacità di differenziazione diventa patologica nelle formazioni tumorali, quando essa diventa isolata, cioè non più al servizio dell'intero organismo. In giovinezza questa è una tendenza positiva che tende a diventare patologica in vecchiaia. Al polo opposto stanno le allergie e le infiammazioni. Queste ultime, rettamente comprese, mostrano che l'organismo si sta spiritualizzando troppo, mentre le allergie indicano che esso sta diventando troppo animico. Ogni malattia allergica è sempre psicosomatica. Noi sperimentiamo sempre un eccesso di partecipazione animica in un raffreddore da fieno, in una malattia asmatica, o in altre forme allergiche. Se si osserva attentamente, ci si accorgerà che le infiammazioni e le allergie rappresentavano le tipiche modalità per gli uomini antichi di diventare corporeo-animici o corporeo-spirituali.  Entrambe, tuttavia, sono tendenze patologiche caratteristiche dell'infanzia, che inizia proprio con le malattie infiammatorie, mentre durante la giovinezza le allergie sono un processo corporeo che aiuta a conquistare la propria collocazione nel mondo. Un'idea di fondo dell'antroposofia è che ogni organismo è qualcosa di completo in sè, separato rispetto al resto del mondo.
Cellula vegetale
Cellula animale
Cellula umana Qualcosa di simile viene formulato dalla medicina  moderna quale legge fondamentale nell'ambito dell'immunologia: "Il sè riconosce tutto ciò che non è sè". Noi sappiamo ciò che siamo dal punto di vista corporeo e quindi sappiamo altrettanto bene ciò che non siamo. Quando perdiamo questa capacità, allora cominciano le allergie.
Sistema immunitarioLe malattie sorgono perchè c'è uno spostamento, nel tempo e nello spazio, di processi che, in sè, sarebbero sani. Lo spostamento temporale avviene quando qualcosa che è naturale nella giovinezza viene posticipato alla vecchiaia; lo spostamento spaziale, a sua volta, si manifesta quando qualcosa che, ad esempio, dovrebbe essere nel fegato, compare invece nel polmone. Un fegato troppo attivo attizza  nel polmone  le infiammazioni polmonari. La medicina scientifico-naturale chiama epatizzazione le mutazioni che avvengono durante un'infiammazione polmonare. Al riguardo Rudolf Steiner ha sovente affermato che l'osservazione spirituale coincide, a livello percettivo, con quella della scienza naturale, ma non sempre lo stesso vale per l'interpretazione del fenomeno percepito. Per riassumere: le cause fondamentali della malattia risiedono nell'uomo stesso e consistono nel fatto che processi in sè fisiologici compaiano, invece, in tempi e luoghi diversi rispetto a quelli naturali. 
./. continua