TRA CIELO E TERRA

I TEMPERAMENTI- 1a PARTE


Pubblico un'estratto delle conferenze di Rudolf Steiner sul "segreto dei temperamenti umani" che a me personalmente sono state e sono di grandissima utilità nel percorso di autoconoscenza e di conoscenza degli altri, poichè tutta la nostra vita sociale, il nostro rapporto con il prossimo , dipendono non tanto dall'intelletto, quanto dal sentimento con cui accostiamo le persone con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni. I contenuti di queste conferenze richiedono di accostarvisi senza pregiudizi, per poter assaporare verità plausibili che, fino a che non si dimostri il contrario su basi certe, non possono altresì essere negate.Quale è dunque il nocciolo interiore dell'uomo di cui possiamo vedere con gli occhi e toccare con la mano solo l'espressione e la veste esteriore? Possiamo sperare di conoscerne l'esteriorità se ci immergiamo nell'interiorità spirituale. Il vero e proprio enigma dell'esistenza si esprime nella peculiare disposizione di base dell'essere umano, detta temperamento. Dove poi l'enigma opera nella pratica diretta della vita, ha una sua importanza la colorazione di base dell'essere umano, quel quid del suo carattere fondamentale. I temperamenti scaturiscono dall'interiorità, pure se si esprimono in tutto quanto ci appare esteriormente nell'uomo. Parliamo principalmente di quattro temperamenti: il sanguinico, il collerico, il flemmatico e il malinconico. Nella realtà, nel singolo individuo, i temperamenti sono mischiati nel modo più vario, ma si può parlare di una prevalenza di questo o quel temperamento in questo o quel tratto caratteristico di un uomo. Il fatto che il temperamento da un lato individualizzi gli uomini e li renda diversi e dall'altro li riunisca in gruppi, ci dimostra che il temperamento da una parte abbia a che vedere con il nucleo essenziale umano e dall'altro con la natura umana in generale, facendoci intravvedere due direzioni.Innanzitutto nell'uomo abbiamo qualcosa grazie a cui siamo inseriti nella linea ereditaria. Essa risale dal singolo verso i suoi genitori ed avi e ci palesa le qualità ereditate da questi. Sono qualità che a nostra volta trasmettiamo ai nostri discendenti: i cosiddetti caratteri ereditari. L'uomo è dunque inserito nella linea ereditaria e porta in sè fin nel nucleo del suo essere qualità che dobbiamo ascrivere all'ereditarietà. Questo fino a un certo punto, permettendoci di conoscere soltanto un lato dell'entità umana. Ma non può sfuggire agli osservatori attenti che, accanto ai caratteri ereditari, ognuno ci porta incontro qualcosa che possiamo definire soltanto come sua proprietà originaria, qualcosa che con essi non ha nulla a che vedere: il nucleo essenziale interiore dello spirito umano. Ciò che l'uomo porta con sè dai mondi spirituali, il suo eterno nucleo, si unisce alla corrente dell'ereditarietà. Seguendo lo sviluppo di qualcuno a partire dalla sua infanzia, si rivela in lui un nucleo, un elemento che si evolve, che è frutto di vite precedenti e che mai potrebbe aver ereditato dai suoi antenati. Ciò che scorgiamo nell'uomo, penetrando nelle profondità della sua anima, si può spiegare solo con la conoscenza di una grande legge che comprende molti fenomeni e che in fondo altro non è che la conseguenza delle leggi naturali: la legge delle ripetute vite terrene oggi tanto avversata, una legge universale, la conseguenza del corso della vita. Se osserviamo in natura un cristallo,esso ha una forma regolare. Distrutto che sia, non lascia nulla dietro a sè della propria forma, nulla che rimanga, nulla che possa trasmettersi ad altri cristalli. Se risaliamo dal mondo dei minerali a quello dei vegetali, osserviamo che la pianta non si riproduce secondo la stessa legge del cristallo, ma può derivare solo da un'altra pianta. Qui la forma viene conservata e trasmessa ad un nuovo essere. Se ascendiamo poi al regno animale, vi troviamo un'evoluzione della specie: non soltanto una forma procede da un'altra, ma ogni animale ripete nel grembo materno le forme anteriori, le fasi evolutive inferiori già attraversate dai suoi predecessori. Nell'uomo abbiamo non soltanto una evoluzione della specie, della stirpe, ma un'evoluzione dell'individualità. Ciò che l'uomo, nel corso della vita, si conquista con l'educazione e l'esperienza non va in alcun modo perduto, come non va perduto ciò che fluisce nella linea genealogica degli animali. Verrà un tempo in cui il nucleo essenziale dell'uomo sarà fatto risalire ad un'esistenza precedente e si riconoscerà che l'essenza umana è il frutto di esistenze anteriori. Come nel passato si pensava erroneamente che dall'inanimato potesse nascere l'animato e solo attraverso le dimostrazioni del grande scienziato naturalista italiano Francesco Redi (1627-1697) si comprese che nulla di ciò che ha vita può nascere dal non vivente, così si arriverà a comprendere che l'animico-spirituale discende dall'animico-spirituale. Il nucleo interiore essenziale umano discende dai mondi dello spirito e si unisce alla corrente ereditaria che il padre e la madre possono trasmettere. Il nocciolo dell'essere è avvolto in un involucro esteriore che deriva dalla linea ereditaria. Dalla linea ereditaria l'uomo assume: forma, figura e qualità (della famiglia, del popolo, della razza). L'intimo essere dell'uomo si trova in vite precedenti. Il nocciolo spirituale dell'essere umano esisteva già da millenni e per millenni sempre e sempre rientrò nell'esistenza attraverso una linea ereditaria confacente agli scopi della sua evoluzione. Il nocciolo eterno dell'uomo si manifesta nelle inclinazioni, nelle disposizioni, nelle facoltà interiori e nel destino esteriore. Egli suscita in sè reazioni alle proprie azioni passate e determina così le vicende della sua nuova vita. In seno alla famiglia, al popolo, alla razza nasce un nucleo essenziale spirituale-animico che si avvolge degli involucri che gli sono stati dati dagli antenati, ma porta in sè qualità nettamente individuali. Ciò che conflusice dalle due correnti, ciò che da un lato deve adattare il proprio essere intimo a se stessi e dall'altro adattarlo ai caratteri ereditari, quel quid intermedio tra la linea ereditaria e la linea della nostra individualità si esprime nel temperamento. (./. continua)....
il temperamento collerico (ritratto di Napoleone) 
        il temperamento sanguinico (Giuseppe Verdi) 
il temperamento melanconico (Chopin)
il temperamento flemmatico (doge Lorenzo Loredan)