TRA CIELO E TERRA

I TEMPERAMENTI, 9a PARTE


./. continua ... vedi anche post 77,78,79,80,81,84,85,86. Per chi legge per la prima volta chiarisco che non è comprensibile leggere uno di questi post senza aver iniziato dal primo e, già così facendo, la comprensione è problematica.Il temperamento malinconicoIl malinconico è incapace di signoreggiare appieno lo strumento fisico, che gli oppone resistenza e non gli permette di servirsene. Il malinconioco ha per lo più il capo inclinato in avanti, non ha in sè la forza per tenerlo ritto sulla nuca; la testa inclinata dice che le forze interiori, che dovrebbero tenerla eretta, non possono svilupparsi liberamente. Lo sguardo si volge in basso e l'occhio è annebbiato. Quello sguardo peculiare denota come il malinconico senta l'impaccio dello strumento fisico. Il passo è sì misurato, fermo, tuttavia è, in un certo modo, strascicato. Educando, il problema non è di uguagliare i temperamenti, di livellarli, ma di metterli nella giusta direzione. L'espressione più radicale del temperamento malinconico è la demenza, mentre il pericolo minore di un'espressione unilaterale del temperamento è l'umore cupo, l'incapacità di liberarsi della propria interiorità.E' assai difficile educare il bambino malinconico. Che si può fare per arginare i gravi pericoli che minacciano la sua unilateralità, se non si può innestargli artificialmente ciò che non ha?Teniamo conto che egli tende ad arrestarsi di fronte agli ostacoli. Per orientare giustamente questa peculiarità del suo temperamento, dovremo indirizzarla dall'interno all'esterno. Di grande importanza sarà in questo caso il non illudersi di poter, con persuasioni od altro, distoglierlo dal suo disagio e dolore; per sua indole è portato a chiudersi in se stesso, perchè lo strumento del corpo fisico lo ostacola. Dobbiamo, in sostanza, fondarci su ciò che ha e potenziarlo. Sarà necessario che l'educatore sappia che è di grande valore per un malinconico fargli osservare come nel mondo il dolore esista. E' predisposto alla sofferenza, all'indifferenza; queste disposizioni sono nel suo intimo e non potremo violentarle, ma solo deviarle. Vi è dell'altro. Al fanciullo malinconico si deve anzitutto mostrare come l'uomo in genere possa soffrire. Facciamogli sperimentare nella vita il dolore giustificato, la sofferenza che ha una ragione di essere, affinchè egli impari che esistono cose che veramente possono farlo soffrire. Questo è il punto importante. Se cerchiamo di distrarlo, non otterremo che di rinchiuderlo in se stesso. Non si deve credere che distraendolo egli abbia sollievo. Se lo portiamo a svagarsi, il malinconico si chiuderà nella sua malinconia, se gli diamo gioia, si chiuderà sempre più in se stesso. Non illudiamoci di guarirlo, circondandolo di compagnia allegra; procuriamogli piuttosto l'esperienza di un dolore giustificato. Distraiamolo mostrandogli esempi di sofferenza altrui; veda e constati che vi sono nella vita cose che procurano dolore. Senza spingere le cose fino all'esagerazione, ricordiamoci però che importa distrarre il fanciullo malinconico facendo si che le cose esterne suscitino in lui dolore. Il fanciullo malinconico non è facile a guidarsi. Anche per lui vi è un mezzo magico. E' di somma importanza per il malinconico che egli veda bei suoi educatori persone provate dalla vita, persone le cui parole e azioni siano avvalorate dalle dure esperienze superate. E' necessario che il bambino senta che il suo educatore ha sofferto realmente per vicende dolorose. Gli si facciano notare le mille difficoltà della vita che il destino gli ha portato incontro. E una grande fortuna per il malinconico poter crescere a fianco di chi ha superato esperienze difficili; in tal modo un'anima agisce sull'altra nel modo migliore. Quando il fanciullo malinconico sente di avere accanto qualcuno che gli sa narrare una storia reale di guai e dolori provocati dal mondo esterno, in contrasto con le sue morbose e crucciose inclinazioni, fondate soltanto sull'interiorità, allora egli partecipa ai casi di una sofferenza giustificata, si riconforta e prende coraggio. Chi, dunque, nei suoi racconti sappia far trasparire il vivo senso delle ardue prove che la sorte gli impose, sarà una vera benedizione per il fanciullo malinconico. Sarà utile non trascurare le disposizioni congenite del fanciullo, neppure riguardo alle cose di cui lo circonderemo. Per quanto può sembrare un provvedimento strano, gioverà anche intralciare la via di questo ragazzo con ostacoli veri e propri, al fine di procurargli una causa giustificata di sofferenza e di dolore. Il miglior metodo educativo in questo caso è nel deviare quel senso interiore di sofferenza e di dolore che esiste in lui come tendenza congenita, per dirigerlo verso le cose che sono fuori di lui, procurandogli ostacoli e difficoltà esteriori. L'anima del fanciullo si abituerà così poco a poco ad incamminarsi per altre vie. Un procedimento simile sarà utile anche nell'autoeducazione: teniamo sempre presente che è bene valersi delle disposizioni e delle forze già esistenti in noi, manifestandole, anzichè reprimendole ad arte. Se la nostra indole tende alla malinconia, faremo bene a cercare i guai e i dolori giustificati della vita in generale; potremo così sfogare fuori di noi la nostra malinconia e stabilire in noi l'equilibrio.Il malinconico deve poter sviluppare un cuore pietoso per il destino altrui.
Il temperamento malinconico, Frederic Chopin