TRA CIELO E TERRA

LA BELLEZZA DEL SOMARO di Sergio Castellito


Chi vuole assistere ad un film che è allo stesso tempo drammatico, patetico, divertente, intelligente e ricco di contenuti deve per forza vedere questo nuovo lavoro di Castellito.Anche qui in primo piano la famiglia. Una famiglia italiana composta da genitori professionisti e dalla loro figlia adolescente. La madre psicologa di un Dipartimento di Salute Mentale, alle prese con le problematiche e le bizzarrie dei suoi pazienti, il padre ingegnere edile. Una famiglia legata ad altre famiglie da sempre, impegnata socialmente, aperta al dialogo, informata, intellettuale, che vive i frutti del lavoro con un certo benessere, tanto che possiede anche una bella casa in campagna. Genitori che rispettano la libertà dei figli, che lasciano loro scegliere le soluzioni che ritengono migliori per l'avvenire; genitori comprensivi, non direttivi, "moderni".E' durante una festa organizzata con gli amici, adulti e ragazzi, in campagna che si dispiega il dramma dei nostri coniugi in relazione alla figlia.
L'atmosfera che si crea è quella di una "comune" di sessantottina memoria e ritengo non a caso. La casa si apre agli amici di sempre e ai loro figli, a un paio di pazienti della moglie, all'ex-moglie di uno degli amici, alla nonna e, non voluto, ad un particolare "amico" della figlia. Giocano in questo scenario anche figure valoriali emblematiche quali l'amicizia, l'idealità, la franchezza, la condivisione, la follia.Un'occasione di festa guastata da un'inaspettata, sconvolgente, non gradita sopresa.
Al cospetto del vivente mistero di "Puer e Senex", che si dispiega impietoso davanti ai loro occhi  e alle loro anime, i coniugi vanno in crisi. Di colpo la loro apertura mentale ed il rispetto per le scelte della figlia crollano. Soprendentemente, l'amico speciale della figlia è una persona anziana e non è un uomo che vuole essere giovane o non conforme, ma esprime la tranquillità e la saggezza di un uomo dei suoi anni. Nessuna maschera, niente ipocrisia: egli rappresenta ciò che è. La sua verità a poco a poco ammalia le persone all'intorno, compresi i genitori.Davanti alla scelta della figlia, i genitori d'un tratto non si sentono educatori all'altezza del compito, guardano alle loro vite, le rivisitano e vengono travolti dalla loro inadeguatezza.Guardando il film, ho ripensato al tipo di educazione che gran parte di noi, ora ultracinquantenni, ricevette dai suoi. Quanto molti di loro fossero autoritari, quanto i nostri sistemi educativi fossero il retaggio storico di regimi politici che i nostri genitori avevano subìto, ma anche interiorizzato e ci restituivano. Abbiamo, per la maggior parte, detto no. Lo abbiamo gridato in piazza, negli atenei, tra le file di operai che rivendicavano i loro diritti sindacali. Lo abbiamo scritto, letto, ripetuto, contestualizzato.
 Abbiamo detto no mentre educavamo i nostri figli a prendersi tutta la libertà a noi negletta, a farne un uso improprio, a volte, troppo spesso, smodato, non avendo il coraggio di far subire loro ciò a cui noi stessi avevamo dovuto sottostare e avevamo poi rifiutato con tutte le nostre forze giovanili. Non abbiamo però rimpiazzato l'autorità con l'autorevolezza ed ora i figli ci accusano, se non con le parole, con i fatti.Essi sono come agnelli spaventati, anime che cercano un padrone, perchè non sono riuscite ad autodeterminarsi: non glielo abbiamo permesso, non fornendo loro un esempio valido. Navigano nei loro mari dalla superficie calma e dalle forti correnti che li travolgono, cercando con estrema difficoltà una mèta per il futuro e criticando ferocemente ciò che del mondo gli stiamo consegnando.
Essi sono lo specchio della nostra confusione, delle nostre inadeguatezze, della falsa libertà che abbiamo professato che, molte volte, è solo disimpegno.Anche lo schiaffo che finalmente il padre inferisce alla figlia, pur essendo l'estremo tentativo di reimpossessarsi di una paternità negata, non fa altro che creare in lei un senso di vuoto, di stupore, di misconocenza e la mette in ridicolo con i suoi amici, mentre il vecchio rinuncia a lei come estremo dono d'amore alla vita .Il padre del padre alla fine si riscatta.