Nella passata stagione di Voyager ho fatto la conoscenza con Pierluigi Ighina scenziato per anni assistente di Guglielmo Marconi, diventandone in seguito erede per quanto attiene agli studi sull’elettromagnetismo. Nato il 23 giugno 1908 Pier Luigi Ighina, è scienziato di frontiera italiano, morendo l’8 gennaio 2004 lascia alcuni misteri scientifici irrisolti all’attenzione della comunità scientifica nazionale ed internazionale. Le teorie di Ighina, assolutamente non ortodosse , sono state oggetto di scherno da parte della comunità scientifica, anche se si sono interesati ai suoi particolari studi professori del calibro di Giuliano Preparata, già pioniere nel campo delle ricerche e degli esperimenti sulla fusione fredda. E’ autore di un libro controverso sulle sue teorie e i suoi esperimenti nel campo della polarizzaione univoca del campo elettromagnetico, lavoro già cominciato dal fisico Majorana, dal titolo “L’atomo magnetico”.Per farvelo conoscere un po’ meglio vi propongo un filmato tratto proprio da Voyager di Roberto Giacobbo:
Pierluigi Ighina genio senza tempo
Nella passata stagione di Voyager ho fatto la conoscenza con Pierluigi Ighina scenziato per anni assistente di Guglielmo Marconi, diventandone in seguito erede per quanto attiene agli studi sull’elettromagnetismo. Nato il 23 giugno 1908 Pier Luigi Ighina, è scienziato di frontiera italiano, morendo l’8 gennaio 2004 lascia alcuni misteri scientifici irrisolti all’attenzione della comunità scientifica nazionale ed internazionale. Le teorie di Ighina, assolutamente non ortodosse , sono state oggetto di scherno da parte della comunità scientifica, anche se si sono interesati ai suoi particolari studi professori del calibro di Giuliano Preparata, già pioniere nel campo delle ricerche e degli esperimenti sulla fusione fredda. E’ autore di un libro controverso sulle sue teorie e i suoi esperimenti nel campo della polarizzaione univoca del campo elettromagnetico, lavoro già cominciato dal fisico Majorana, dal titolo “L’atomo magnetico”.Per farvelo conoscere un po’ meglio vi propongo un filmato tratto proprio da Voyager di Roberto Giacobbo: