ENRICO VALENTINI

IL BAMBINO NEL TELEVISORE. Tratto dall'ultimo libro di Enrico Valentini: Animali Animati


IL BAMBINO NEL TELEVISORE  C'era una volta un bambino di nome Giannino che venne risucchiato dal televisore.Il ragazzino, di nove anni, stava guardando la Tv quando, all'improvviso, sparì nel tubo catodico senza lasciare traccia.Sua madre, un po' preoccupata (ma non troppo, perché nelle favole i genitori non si allarmano come nella realtà), telefonò immediatamente al tecnico Tv, all'elettricista e al muratore, che non c'entrava niente con l'elettronica ma dispensava sempre buoni consigli.I cinque, poiché nel frattempo era tornato dal lavoro il papà di Giannino, cominciarono a smanettare col telecomando per vedere di rintracciare il pargolo smarrito nei meandri dei circuiti stampati e dei transistors.Per un istante il telenauta compariva in un programma di musica, per poi volatilizzarsi e riapparire di punto in bianco in un telegiornale. Improvvisamente si materializzava in un talk show per trasferirsi alla velocità della luce in uno spot pubblicitario che reclamizzava un nuovo formaggio alle noci.Quando i genitori, i tecnici e il muratore compresero che i loro sforzi erano inutili e stavano brancolando nel buio, telefonarono a tutte le emittenti televisive della città.Dall'altra parte del filo non ebbero validi aiuti o esaurienti risposte: ci fu chi rispose che il bambino non poteva essere stipendiato perché minorenne, chi minacciò di denunciarlo per violazione di domicilio televisivo, chi non seppe cosa rispondere, proponendo in alternativa, questo o quel prodotto di televendita.Il muratore, che trovava sempre una soluzione a tutto, propose di mettere su l'acqua per la pasta, che la vicenda gli aveva fatto venire un certo appetito.-Pensa solo a mangiare, lei!- inveì la madre.-Su cara, stai tranquilla, vedrai che lo ritroveremo prima o poi.- disse tranquillamente il papà.-Signori, mi dispiace ma devo andare, mi ha chiamato un altro cliente; gli si incastrata la mano nel tostapane elettrico e vorrebbe riuscire a liberasi per evitare aumenti della bolletta della luce.- Avvertì l'elettricista mentre riponeva cacciaviti e pinze nella cassetta degli attrezzi.Il tecnico Tv restò volentieri perché era un buontempone e ogni occasione per restare in compagnia era buona. Egli suggerì di consultare la guida dei programmi televisivi cercando il nome e cognome del bambino, ma fu zittito in malo modo dalla genitrice dello scomparso.Intanto il papà selezionava programma dopo programma, scorgendo di tanto in tanto il marmocchio che salutava, felice e spensierato, con la manina.-Beh, se non altro sta bene.- constatò il padre rivolgendosi alla moglie.-Si starà anche bene, ma io voglio che ritorni a casa sua, ché l'ambiente dello spettacolo non è mica tanto serio!--Signora, non esageri e soprattutto non faccia di tutte le erbe un fascio.- Disse il muratore che aveva un cugino che faceva il portiere in una emittente televisiva.A quel punto fu interpellato il poliziotto di quartiere.Fu fatto accomodare in salotto e la padrona di casa gli offrì il tè coi pasticcini, usando il servizio buono di porcellana.Il tutore dell'ordine suggerì di sporgere regolare denuncia di scomparsa, ma l'idea fu accantonata al terzo pasticcino, in quanto di sparizione vera e propria non si poteva parlare, perché il pargolo era lì, nell'apparecchio televisivo, vivo e vegeto.Mentre il papà, la mamma, il tecnico Tv, il muratore e il poliziotto, assorti, cercavano una plausibile soluzione, il marmocchio si stabilizzò in un programma di cartoni animati e trovandosi pienamente a suo agio decise di fermarsi un po' per riprendere fiato.Poi, divertendosi come un matto, giocando con gli stessi personaggi che seguiva alla Tv tutte le mattine prima di andare a scuola mentre faceva colazione, si mise comodo e per niente al mondo si sarebbe più schiodato di lì.Con la coda dell'occhio il muratore gridò:-Eccolo!! S'è fermato!-Il resto della squadra esultò, notando che il bambino non saltava più da un programma all'altro ma seguiva, rapito, le vicende dei personaggi animati, mettendosi le dita su per il naso.Concitatamente, la madre suggerì di cercare l'indirizzo dell'emittente che ospitava il figliolo.-Ma è la Tv dove lavora mio cugino! -Gridò euforico il muratore. La signora si rinfrescò il trucco e urlando di spicciarsi, ordinò agli altri si salire in macchina e di sfrecciare tutti insieme verso gli studi televisivi. Detto fatto, il gruppo, si fiondò nell'automobile di famiglia e bruciando dodici semafori, si diresse verso via Ciel l'Aiuta, allo Studio Diciottomila s.p.a. Il poliziotto li precedeva sull'auto di servizio a sirene spiegate.Arrivati a destinazione, la madre travolse il portiere e piombò nello studio televisivo non degnando di un solo sguardo la scritta lampeggiante: VIETATO ENTRARE-TRASMISSIONE IN ONDA.Mentre il muratore soccorreva il cugino (che credeva di essere stato schiacciato dal Rapido delle sette e trenta), la genitrice afferrò il bimbo per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza, dicendogli: -A casa facciamo i conti.-Il papà gli appioppò uno scapaccione, che a detta di suo padre, cioè il nonno del bambino, ogni tanto ci voleva e il giovincello prese a piangere a dirotto.La famigliola al completo rincasò, mentre il muratore seguito dal tecnico Tv, entrò nell'osteria a fianco degli studi televisivi; i due fecero notte parlando di televisori al plasma, di cemento armato, di tasse e dopo il quinto bicchiere, di donne.Il giorno seguente Giannino fu accompagnato dai genitori alla bottega del tecnico Tv, il quale lo visitò e diagnosticò la totale assenza di raggi televisivi nell'organismo del bambino.Però, per qualche giorno, Giannino parlò con parole scritte nelle nuvolette, come nei giornalini di fumetti.