EREMO MISANTROPO

Suididi dovuti - Aldo Busi


Inutile chiedere a Caino chi dei due è il giusto Abele: ti risponderà che è lui. E purtroppo anche l'altro. E Abele, nel momento in cui dice di essere Abele per opposizione a Caino, è già Caino. Solo da chi muore e da chi sopravvive sapremo chi è chi, come fra ladri e carabinieri. Abele è Abele soltanto una volta morto. Un po' tardi, no? Che se ne fa il mondo di un Abele morto? Quello che se ne faceva di un Abele vivo: niente, se non è un Caino in fieri. Inoltre, se non fosse stato per la mano allo stesso tempo fratricida e fraterna di Caino, Abele non sarebbe mai stato nessuno, né da vivo né da morto. È Caino destinato a raccontarci chi era e come era Abele, Abele, facendo solo, tace sempre e soprattutto tace tutto del bene che fa. È Caino l'addetto alle pubbliche relazioni con la Storia e, pertanto, è lui a creare la memoria storica dell'umanità e la sua utopia migliorista, che niente ha a che vedere col suo presente e il suo futuro di Caino. Il Bene è solo l'ozio del Male in vena di speculazioni filosofiche. E Caino, fermandosi al richiamo di Dio incazzatissimo, alza la testa, si stringe nelle spalle, allarga le mani insanguinate del sangue del fratello e Gli risponde, «Ma Dio, non sono io, c'est la vie!». E neanche Dio non può farci niente, proprio come l'uomo: sa chi è l'uno Abele e sa chi è l'altro Caino e morta lì. Così come lo so io, anche Dio sa chi è Pigliacielo Giuseppe e chi è Puripurini Piero, chi è il buono e chi è il cattivo senza dover aspettare che i1 buono muoia, ma sapere non c'entra niente con l'agire, staremmo freschi. Se si agisse in base alla verità dell'uomo, l'umanità sarebbe già scomparsa dalla faccia della Terra. In questo sapere e non farne niente l'uomo è fino in fondo fatto a immagine e somiglianza di Dio...