EREMO MISANTROPO

Una camicia coi baffi


Questo strano uomo, che rappresentava bene il pensiero comune, e che pure non aveva affatto un pensiero individuabile, sarebbe rimasto impresso in me per molti giorni, perché io non lo avevo mai guardato come lo guardai quella sera. Con abilità, era riuscito a farmi apparire naturale, quasi ovvio tutto ciò che aveva detto, eppure aveva detto tante cose che prese una per una sarebbe stato ben difficile attribuire a una stessa mente, a uno stesso individuo. Erano più volgari le immagini dell'uomo onesto che dava fuoco a un palazzo o quelle della scrittrice frivola e del suo paranoico, lugubre tormentone? Era più orribile la barbetta d'argento dello scienziato o l'esplosione dell'elicottero nel trailer pubblicitario? Faceva più ribrezzo il volto spaesato del presidente dell'associazione umanitaria o l'orecchino che la pornostar diceva di essersi messa su un labbro della vagina? E quel povero padre in lacrime mentre raccontava del suo bambino, era solo una vittima o, sotto sotto, giocava anche lui a fare il carnefice? O era un carnefice e basta? O tutto era la stessa cosa, sotto sotto?Tutto l'universo è, sotto sotto, qualcosa di diverso da come l'immaginiamo. I nostri occhi immaginano, ma solo il sospetto vede, perché fino al momento in cui non si vede quello che sta sotto sotto siamo come ciechi. E gli occhi del--Conduttore sapevano — con l'aiuto dei baffi — come si fa a guardare sotto sotto.Una tragedia — pensai-- ha parti ben definite. Anche la televisione aspira a definire le sue parti, e cerca sempre perciò un protagonista, un antagonista, una vittima sacrificale, un coro e un corifeo. Ma la televisione non assegna bene le parti, perciò è facile scivolare da un ruolo all'altro nel giro di pochi istanti, secondo il moto marino che governa il trasmettere e il guardare, quello degli ospiti, e quello di chi regge il telecomando.da "Talk Show" di Luca Doninelli