EREMO MISANTROPO

Caro diario


 Chi scrive un diario è sempre uno a caso intento a uno sforzo naturale, organico, non intellettuale, e meno ancora sensazionale. Un diario deve dare l’impressione di una forte concentrazione da parte di un uomo seduto con la fronte corrugata: ma no, non sta discernendo fra le sorti del mondo, sta solo trattenendo il respiro e spinge accucciato su un water.Quello che spinge fuori, lo spinge dentro un diario, tutto lì. È cacchina alma mater che si intrattiene con se stessa e fa le feci, come un gatto prima o poi fa le fusa trasognato, ma senza esagerare(…)Registrare i fatti del giorno significa spesso farne evaporare l’inconsistenza del tutto e accorgersi che tutto sono stati meno che fatti, intenzioni al più, aborti di fatti, mezze uscite, mezze visite, mezzi incontri, mezzi scontri, una sacca riempita a metà e il motore dell’auto avviato ma non in accensione, un terzo di sega piantata lì perché, in un attimo di distrazione, ci siamo dimenticati di cosa avevamo in mano e con quale proposito.Un diario è un quadro appeso al muro dall’altra parte e , toh, era la parte giusta! Rigiralo, e non ci troveresti niente da vedere, la tela dipinta è più vuota ancora del suo fondo neutro e del telaio dietro,. È un bluff concordato fra te e il mondo: a costo di non dire mai una verità, si passa sopra l’eventualità di dire solo menzogne.(…) quello che non sopporto dei diari, poi , è che sono un condensato di lagna: chi ha mai letto un diario  brio? Nessuno, perché chi li scrive ne approfitta per lamentarsi  e farla franca, mai un diario in cui uno si lamenta di sé invece che degli altri.Da "Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo" di Aldo Busi