EREMO MISANTROPO

Le quattro stanze del cuore - Anaïs Nin


  ... l'amore non muore mai di morte naturale. Muore perché non sappiamo come nutrirlo, muore di cecità ed errori e tradimenti. Muore di malattie e ferite, muore di stanchezza, si avvizzisce, si appanna, ma non muore mai di morte naturale. Ogni amante potrebbe essere portato in tribunale come assassino del suo proprio amore. Quando qualcosa ti ferisce, ti rende triste, io mi precipito per schivarlo, per correggerlo, cercando di sentire quello che senti tu, e tu invece ti volti e con un gesto di impazienza mi dici: "Non ti capisco"**Un intenso e vivido presente è il miglior esorcista del passato**Sorrideva di fronte a questo grande desiderio che ha l'uomo di costruire città, quando è tanto più difficile costruire rapporti, a questo bisogno di conquistare nuove terre quano è tanto più difficile conquistare anche un solo cuore, soddisfare un bambino, creare una perfetta vita umana. Il bisogno dell'uomo di inventare, circumnavigare lo spazio quando è tanto più difficile vincere lo spazio che separa gli esseri umani, il bisogno dell'uomo di organizzare sistemi filosofici quando è tanto più difficile comprendere anche un solo uomo, e quando i più grandi abissi dell'umana natura giacciono per metà inesplorati.**Tutte le grandi fughe che ti allontanano dalla vita, alla fine ti scaricano in luoghi di espiazione.**... come spesso la gente dimentica le sue prime intuizioni, fino al momento in cui la fine di un'amicizia, la fine di un amore, risvegliano quella prima impressione a lungo sepolta, che ricompare a testimoniare come, negli esseri umani, i sensi animali percepiscano chiaramente i pericoli, le trappole, ma vengano spesso messi da parte per seguire un cieco impulso, nella direzione opposta a quella dell'autoconservazione. A testimoniare che gli esseri umani possiedono un senso del pericolo, ma che un qualche altro desiderio, un qualche altro impulso, li richiama e li trascina precisamente verso quelle trappole, verso l'autodistruzioneLe quattro stanze del cuore - Anaïs Nin