EREMO MISANTROPO

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Lo schermo si trasformò in una scacchiera. Su ciascuna casella il Principe e Lesbia si giocarono la loro partita di sesso. Indossavano soltanto microcamere: alla fronte, sui pube, nelle palme delle mani. Generavano otto caselle in movimento, otto angolazioni diverse per eccitare le fantasie addormentate del mondo e trascinarle sul letto profanato di Speranza, in un'orgia in diretta. Dalla regia di Via Vouliagmenis, ogni tre secondi, schioccava il pollice di Christos. Ordinava alla stadycam madre, imbracciata da un cameraman appostato in camera da letto, d'inquadrare l'amplesso di lato, dall'alto, dal basso, in un assedio rotante. Altre volte, il regista privilegiava un fotogramma girato dagli amanti: il guizzo di una lingua, il gioco dei dorsali sulla schiena arcuata di Alexandros, un balzo da pantera di Lesbia sul materasso sventrato. L'immagine prescelta invadeva gli schermi per frantumarsi in Otto nuove brucianti caselle. Nella sala regia di Atene la tensione cresceva con le inedite prospettive esibite dai due corpi nudi, che s'intrecciavano in ardite posizioni, proponendo alla vista dell'altro e del pubblico, porzioni nascoste del corpo che nessuna parete di specchi avrebbe saputo ritrarre, né lo stesso amante ripreso compiacersi di possedere. Nel gioco di sesso e piume svolazzanti, la componente artistica era minoritaria. Trionfava la pornografia pura nella sua evoluzione più parcellizzata. Lesbia e il Principe smerciavano tagli di carne e null'altro, ma da macelleria di lusso. Alexandros sedette a gambe incrociate in attesa di ricevere la sua nera creatura. Lei planò a palme aperte, in modo da offrire alle fan l'illusione d'entrare nel l'idolo greco. S'incastrarono come vagoni di un treno perduto. Ripresero il viaggio nel corpo dell'altro avendo cura di non lasciare nessuno spettatore a terra. Arrivarono in massa.da "NO" Diego Cugia - romanzo Bompiani - rcs