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L'EURO E LA GERMANIA


Quello che sta accadendo in questi giorni in Germania potrebbe rappresentare un vero spartiacque per l’esistenza o meno della moneta unica: la Corte Costituzionale di Karlsruhe, in rappresentanza dei cittadini, la Bundesbank in difesa dei grandi capitalisti e banchieri nazionali e la BCE come garante degli interessi tedeschi a livello europeo stanno vivacemente discutendo sull’opportunità di far rimanere ancora la Germania all’interno dell’area euro. Sintetizzando al massimo questo è il succo della questione, che può essere edulcorata e manipolata quanto si vuole dai mezzi di informazione, ma poco cambia a livello sostanziale. A differenza di come si vuol fare credere in Italia, i tedeschi non solo non pensano nemmeno lontanamente alla creazione dei mitologici Stati Uniti d’Europa, ma grazie all’euro e alle sue infinite magagne tecniche e istituzionali stanno ritrovando e rafforzando la loro millenaria compattezza e coesione nazionale. Lo Spirito Patriottico di Germania uber alles, prima e sopra ogni altra cosa. Ciò non vuole dire che non ci siano scontri e tensioni sociali fra le varie categorie coinvolte, ma che si sta mediando, si sta trattando per arrivare ad un accordo o un compromesso che non prescinda dall’unico obiettivo condiviso: il bene della Germania e del suo Popolo tutto, ricchi e poveri, operai e imprenditori, banchieri e politici. Il dibattito interno che si sta svolgendo ormai da anni in Germania sulla costituzionalità dei Trattati Europei e sulla convenienza economica e finanziaria di adottare ancora la moneta unica, deve farci capire essenzialmente una cosa: la Germania ha da sempre inteso la sua adesione agli accordi di Maastricht prima e all’eurozona dopo, sempre in chiave di rendiconto commerciale, economico, finanziario, con pochi risvolti di carattere politico, ideologico, istituzionale, perché da questo punto di vista non esisteva alcun dubbio o fraintendimento di sorta tra i tedeschi: la Costituzione e le Istituzioni pubbliche e private della Germania valgono sempre di più di qualunque trattato commerciale europeo o comitato d’affari con sede a Bruxelles. La Germania è entrata nell’Unione Europea e nel Mercato Unico per fare affari, profitti, surplus, e non per stravolgere la sua Carta Costituzionale e la sua natura di Popolo, che rimangono intoccabili e insindacabili. Chiunque abbia cercato negli anni di ledere questi principi è stato bruscamente respinto, ricacciato fuori, allontanato, perché quello che interessa alla Germania è l’analisi costi-benefici di una certa operazione e non i suoi ambiziosi effetti geopolitici di lunga gittata: se una cosa mi conviene economicamente la faccio, hic et nunc, in caso contrario la rifiuto, la modifico, la cambio in funzione di quelli che sono gli interessi nazionali tedeschi. Una visione che può essere considerata poco lungimirante, misera, miope quanto si vuole, ma tant’è. Lo sapevamo fin dall’inizio, prima ancora di iniziare questi folli programmi unitari, che in Germania si ragiona così.
   Abstract DA:PIERO VALERIO