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Post n°17 pubblicato il 06 Novembre 2010 da ronin53

Il nome classico della domus crollata stamane a Pompei (Napoli) è Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, un edificio risalente agli ultimi anni di vita della città romana prima che l'eruzione la seppellisse.

La casa secondo gli studiosi doveva fungere da sede di una associazione militare e deposito di armature. L'ampia sala dove si allenavano i gladiatori era chiusa con un cancello di legno. Su una delle pareti apparivano gli incassi che contenevano delle scaffalature con le armature stesse che furono infatti ritrovate nello scavo.

La decorazione dipinta, persa nel crollo, richiamava al carattere militare dell'edificio: trofei di armi, foglie di palma, vittorie alate, candelabri con aquila e globi. La casa attualmente non era visitabile internamente, ma si poteva osservare solo dall'esterno.

La Domus dei Gladiatori di Pompei da anni era «in attesa di essere ristrutturata». Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, il cedimento dell'edificio è un crollo annunciato: «succede quando non c'è la dovuta attenzione e cura» per un patrimonio secolare che andrebbe «preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche atmosferica. C'è il dispiacere tipico di una comunità - ha sottolineato D'Alessio - di un territorio su cui vi è il museo all'aperto più grande del mondo e che purtroppo viene trascurato».

«In passato -ha rilevato - sono stati persi molti fondi, che non venivano utilizzati, e non sono state avviate le procedure per il restauro». Il sito archeologico, ha spiegato il primo cittadino, oltre ad avere un'importanza «culturale» dà anche «ricchezza a questo territorio» con il turismo. «Scontiamo la mancanza di un coinvolgimento in questo tipo di iniziative - ha concluso - ci limitiamo a fare appelli sensibili e solerti nel sollecitare l'attenzione che il sito necessita».

«I crolli sono una cosa naturale, meno comprensibile è il fatto che lo Stato italiano non riesca a proteggere il suo patrimonio». Lo storico dell'arte Philippe Daverio ha commentato così, ai microfoni di CNRmedia, il crollo della casa del Gladiatore a Pompei. «Pompei è stata scavata negli ultimi due secoli - ha continuato Daverio- e noi non riusciamo a farla stare in piedi. Come tutta l'archeologia essa è destinata alla scomparsa, la conservazione consiste proprio nell'evitarlo».

«Il fatto è - ha detto Daverio - che l'Italia spende una cifra ridicola per la gestione patrimoniale, lo 0,19% del Pil. Paesi normali spendono dall'1 al 2%, noi però abbiamo venti volte il patrimonio che hanno gli altri e non riusciamo a conservarlo. Bisogna lanciare un appello mondiale: Save Italy».

 
 
 
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