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TOCAI

Post n°26 pubblicato il 24 Settembre 2005 da playagiron0
 


L’UVA

Specie: Vitis Vinifera.
Varietà: Tocai Friulano.
Cenni Storici: varietà coltivata da sempre nelle colline friulane, fu iscritta nel catalogo della Associazione Agraria Friulana nel settembre del 1863. In quella occasione come curiosità si scrisse un brano dell’Aquileia’s Patriarchegraber: ” un fatto meno noto… è la circostanza che l’Ungheria deve uno dei suoi più preziosi prodotti al Patriarca Bertoldo, poiché Bela IV, non senza l’assentimento di suo zio (Bertoldo di Audeches, una delle più importanti e ricche famiglie dei suoi tempi dominò in Aquileia 33 anni dal 1218 al 1251) trapiantò dal Friuli nel suo regno le viti di tocai. Seguirono molti lavori di catalogazione dei vitigni autoctoni friulani nei primi del Novecento. Il lavoro dei nostri predecessori ha fatto sì che oggi, fieri di antiche tradizioni, possiamo produrre nobile vino friulano, patrimonio delle nostre terre.
Foglia: di grandezza medio grande e di forma pentagonale trilobata ha seno peziolare chiuso con bordi accavallati. Presenta ai margini una dentatura abbastanza marcata con denti irregolari a base larga. La pagina inferiore è leggermente tomentosa, verde chiaro, con nervature poco appariscenti. La pagina superiore è liscia, glabra con nervature parzialmente rosse alla base.
Grappolo: di grandezza media ha la forma conico-piramidale. Inoltre la grande variabilità di dimensioni del grappolo può presentarsi all’interno della stessa pianta. Gli acini hanno forma tondeggiante ed in funzione dei cloni possono assumere un colore che va dal giallo dorato al verde. La buccia è leggera e pruinosa.
Evoluzione: lo sviluppo a grandi livelli qualitativi è avvenuto solo dopo una lunga ricerca delle condizioni ottimali di allevamento. Gli studi effettuati fino ad ora hanno dimostrato come le zone collinari siano il suo habitat naturale.
Terreno: collinare, costituito durante l’Eocene presenta un’alternanza di marne (limi e argille calcaree) e arenarie (sabbie cementate). Molto impermeabile provoca lo scorrimento superficiale delle acque con conseguente erodibilità del terreno, che porta ad una morfologia molto dolce.

LA TRASFORMAZIONE

Epoca di raccolta: da accurate analisi e studi sull’andamento stagionale si determina la maturazione ottimale delle uve. Generalmente questo periodo cade nella prima decade di settembre. Le uve accuratamente selezionate vengono raccolte manualmente.
Vinificazione: le uve conferite in azienda subiscono un delicato processo di pigia-diraspatura, durante il quale avviene la separazione del raspo dagli acini e la rottura degli stessi. Il succo e la polpa così ottenuti vengono raffreddati alla temperatura di 10-12° C e rimangono a macerare per 6-8 ore. Durante la macerazione la buccia cede al mosto tutte le sostanze che conferiranno al vino gusto e profumo. Terminata questa fase gli acini subiscono una leggera pressatura che porta alla separazione delle bucce dal mosto. Quest’ultimo subisce un processo di illimpidimento denominato decantazione statica. Il 10% del vino viene fermentato in carati di rovere, il restante 90% in vasche di acciaio. Il vino ottenuto viene lasciato affinare per circa otto mesi prima dell’imbottigliamento ed imbottigliato nella primavera dell’anno successivo.

IL PRODOTTO

Colore: giallo paglierino dai riflessi verde luminoso.
Profumo: spicca il fiore di mandorlo, seguito da note floreali quali biancospino e camomilla lasciando spazio ad un fondo vegetale.
Gusto: molto avvolgente, morbido e raffinato. La freschezza molto evidente ben si sposa con la struttura alcolica. Vino dal grande corpo in finale lascia una piacevole persistenza.
Abbinamenti: antipasti, piatti di pesce, minestre e zuppe.
Temperatura di servizio: 12-14° C

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Commenti al Post:
playagiron0
playagiron0 il 24/09/05 alle 09:20 via WEB
Tocai Friulano: la Storia Continua Lo scorso 12 maggio 2005, la Corte Europea di giustizia del Lussemburgo ha stabilito «come pattuito nell'accordo del 1993 tra l'Unione Europea e l'Ungheria, il divieto di utilizzare - dopo il 31 marzo 2007 - la denominazione “Tocai” per taluni vini italiani». A meno che non si verifichino ulteriori sviluppi, la partita fra lo storico Tocai Friulano - gloriosa uva del Friuli Venezia Giulia - e il Tokaji Ungherese, si è conclusa con una sconfitta per la celebre uva Italiana. A nulla sono valse le storiche e ben documentate prove a sostegno dell'ottimo Tocai Friulano. La Corte Europea ha infatti stabilito che «le regole in materia di omonimia degli accordi internazionali esaminati non impongono che, di fronte all'indicazione geografica ungherese “Tokaj”, la denominazione della varietà di vite italiana “Tocai Friulano” possa ancora essere utilizzata per la designazione e la presentazione di determinati vini italiani». Un verdetto che lascia poche speranze sul futuro del Tocai Friulano - ben inteso - unicamente al suo nome. Infatti l'ottima uva Friulana - per fortuna - non scomparirà dai nostri calici: arriverà semplicemente con un nuovo nome e che al momento non è stato ancora definito. La sentenza - senza entrare nel merito della decisione - lascia comunque perplessi, poiché non si sono voluti considerare innegabili e provati fattori storici a sostegno del Tocai Friulano e si è operato esclusivamente a sostegno delle denominazioni geografiche, certamente importanti e innegabili. I motivi che hanno sollevato questa disputa fra Ungheria e gli altri paesi membri dell'Unione Europea sono oramai largamente risaputi. Tutto nasce dall'omonimia fra la celebre zona Ungherese di Tokaj, certamente madre di ottimi e famosi vini, e le altre denominazioni che - in un modo o nell'altro - facevano uso di termini che potessero ricordare questa zona. A tale proposito, nel novembre 1993, la Comunità Europea e l'Ungheria stipularono un patto nel quale si stabilivano i termini per una reciproca tutela e controllo sulle denominazioni dei vini. Con lo scopo di proteggere la denominazione geografica Tokaj, l'accordo prevedeva il divieto dell'uso del termine tocai - così come di altre forme simili - a partire da marzo 2007. Il provvedimento riguardava, in modo particolare, i vini Italiani prodotti con uva Tocai Friulano e il termine Tokay riportato nelle etichette di alcuni vini Francesi. La sentenza cancella - di fatto - 800 anni di storia, comprovata da numerosi documenti del passato, nei quali si fa esplicito riferimento a quest'uva con il suo consueto e storico nome. Nonostante non sia completamente chiara l'origine del nome della gloriosa uva Friulana, è comunque interessante notare che nella regione scorre un torrente - il Toccai - e dal quale si suppone, fra le tante teorie, la celebre uva bianca prenda il suo, per il momento innominabile, nome. Esistono comunque documenti dei Patriarchi di Venezia - risalenti al 1200 - nei quali si cita, già a quei tempi, l'uva Tocai Friulano. Esistono inoltre altre testimonianze storiche relative a quest'uva e all'Ungheria. Si suppone infatti che alcune piante di Tocai Friulano furono inviate nel XIII secolo da Bertoldo di Andechs - a quei tempi Patriarca di Aquileia - al Re Bela IV di Ungheria. È sorprendente che la sentenza della Corte Europea - anche di fronte alle tante prove storiche - non abbia voluto considerare un passato così forte e comprovato, tanto da risolvere la disputa fra Italia e Ungheria con la “cancellazione” del Tocai Friulano dalle etichette dei vini e dalla cultura del Friuli Venezia Giulia. Con tutto il rispetto che si deve agli eccellenti vini del Tokaj Ungherese, non crediamo proprio che il Tocai Friulano - o in qualunque altro modo si chiamerà - abbia bisogno di sfruttare la storica e nobile fama dei vini del Tokaj per provare il suo enorme talento enologico. Anche perché, se si pensa a Tokaj, l'associazione più consueta e diretta è in favore del grandissimo Aszú - il celebre e suadente vino dolce fatto con uve attaccate dalla Botrytis Cinerea - cioè a un tipo di vino estremamente diverso da quelli prodotti con il Tocai Friulano, notoriamente impiegato per i vini secchi. È comunque doveroso ricordare che nel Tokaj si producono anche vini bianchi secchi da tavola, principalmente con uva Furmint, totalmente assente in Italia e priva di ogni relazione - anche genetica - con il Tocai Friulano. L'omonimia di una zona geografica con la nostra uva bianca si è risolta in un'aula di tribunale, facendo imporre le rigide regole della burocrazia al buon senso. Pare non siano previste proroghe o alternative: entro Marzo 2007, il Tocai Friulano dovrà cambiare nome. Nonostante non si sia ancora deciso il nuovo nome da attribuire a quest'uva che vanta secoli di gloriosa storia - e di eccellenti vini - si sono comunque avanzate proposte. Fra i tanti nomi proposti si ricordano Friulano, Toccai (in onore all'omonimo torrente che scorre nella regione) oppure Tai Friulano (Tai significa bicchiere nel dialetto locale). È comunque triste che questa contesa sull'uso esclusivo di un nome sia finita in questo modo e che magari un po' di buon senso sarebbe stato più opportuno. Viene proprio voglia di ricordare a tutti quelli che insistono nel nascondersi dietro un nome e a ostentarlo come una bandiera, le parole di Giulietta rivolte a Romeo nel celebre dialogo della seconda scena del secondo atto della tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Giulietta ricordava al suo amato Romeo: «Che cos'è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe sempre il suo soave profumo». In qualunque altro modo si deciderà di chiamare il nostro Tocai Friulano, nessuno riuscirà mai a cancellare il prestigio e l'eccellenza di quest'uva e di tutto ciò che i suoi vini sanno esprimere nei calici, compreso il suo profumo. Ma si sa, gli uomini hanno spesso bisogno di etichette per potersi identificare e per riconoscere la dignità delle cose, vini e uve comprese. È innegabile che questo provvedimento sarà comunque motivo di non pochi problemi e serie conseguenze per i produttori Friulani, che per anni hanno legato il proprio nome a quello del Tocai Friulano. Questo significa che si dovrà lavorare molto nella promozione del nuovo nome, cercando di fare comprendere ai consumatori e agli appassionati, che si tratta esattamente della stessa uva. Sarà - per molti aspetti - come riscrivere la storia dall'inizio e in un mondo così distratto e spesso attratto dal superfluo e dall'apparenza, probabilmente non sarà semplice. Ci sarà molto da lavorare sulla promozione e sulla diffusione del nuovo nome, e questo è qualcosa che ben sanno i produttori e le istituzioni del Friuli Venezia Giulia. L'unica cosa per la quale essere certi è che non si tratta di un addio, ma piuttosto di un arrivederci. Qualunque sarà il nome, sarà come incontrare un caro e vecchio amico che per così tante volte ci ha allietato con la sua buona compagnia. Arrivederci Tocai Friulano: ti attendiamo, come sempre, nei nostri calici a raccontarci ancora la tua lunga e gloriosa storia che - a dispetto degli uomini - non potrà mai cambiare il suo nome.
(Rispondi)
volandfarm
volandfarm il 24/03/09 alle 15:26 via WEB
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