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TRINIDAD

Post n°38 pubblicato il 06 Gennaio 2006 da playagiron0

Storia

Trinidad fu avvistata nel 1498 da Cristoforo Colombo, che la battezzò La Isla de la Trinidad in omaggio alla Santissima Trinità. I coloni spagnoli che seguirono le orme del navigatore ridussero in schiavitù molti abitanti amerindi dell’isola, portandoli a lavorare nelle nuove colonie spagnole del Sud America. Impegnata nella corsa all’oro, la Spagna dedicò scarsa attenzione al potenziale economico di Trinidad, priva di minerali pregiati, e solo nel 1592 vi fondò un primo insediamento, San Josef, situato immediatamente a est dell’attuale capitale di Port of Spain. Nei due secoli successivi i coloni spagnoli tentarono inutilmente di avviare delle piantagioni di cacao e tabacco, ma il fallimento di queste coltivazioni e il mancato supporto da parte della madrepatria fecero sì che l’isola restasse poco sviluppata e pressoché disabitata.
Di conseguenza, gli inglesi se ne impadronirono nel 1797. La schiavitù fu abolita negli anni ’30 del XIX secolo e gli inglesi importarono nell’isola migliaia di lavoratori a contratto, quasi tutti provenienti dall’India, come manodopera per le piantagioni di canna da zucchero e al servizio dei coloni. Tale sistema di lavoro a contratto restò in vigore per oltre un secolo.
Anche Tobago fu avvistata da Colombo e rivendicata come possedimento spagnolo, ma non seguì alcun tentativo di colonizzarla. Nel XVII secolo passò più volte di mano tra inglesi, francesi, olandesi e persino courlanders (i moderni lettoni!) e nel 1704 fu dichiarata territorio neutrale, poi utilizzato dai pirati come base per le loro incursioni nei Caraibi orientali. Gli inglesi vi stabilirono un’amministrazione coloniale nel 1763, e nel giro di due decenni vi furono importati 10.000 schiavi africani per avviare le piantagioni di canna da zucchero, cotone e indaco.
L’economia di Tobago, basata sulle piantagioni, iniziò a declinare dopo l’abolizione della schiavitù ma la produzione di zucchero e rum continuò fino al 1884, quando la ditta londinese che controllava il mercato fece bancarotta. I proprietari delle piantagioni, non potendo più vendere lo zucchero e il rum, cedettero in fretta e furia oppure abbandonarono le loro tenute, lasciando l’economia a terra ma quasi tutti gli isolani con un pezzetto di terra; chi non aveva i soldi per acquistare, si insediò semplicemente nelle tenute lasciate libere.
Nel 1889 gli inglesi fecero di Tobago, che aveva già avuto una propria assemblea legislativa indipendente, la custode della vicina Trinidad. Le aspirazioni a un maggior grado di autonomia si fecero sempre più forti dopo la prima guerra mondiale e la crisi degli anni ’30 provocò una serie di scioperi e di disordini, nonché lo sviluppo di un movimento sindacale nelle isole. Gli inglesi concessero quindi il suffragio universale agli abitanti nel 1946 e avviarono una forma di autogoverno, che porterà alla piena indipendenza nel 1962. Nell’aprile del 1970 le dimostrazioni di piazza del movimento 'Black Power' sfociarono in una crisi politica e nell’ammutinamento dell’esercito, ma il governo riuscì a mantenere il controllo della situazione e, proprio quando sembrava che il futuro del paese stesse diventando critico, fu scoperto il petrolio. Il conseguente boom economico degli anni ’70 ha regalato alle isole la prosperità, anche se la comunità originaria delle Indie Orientali diventava intanto sempre più estranea alla scena politica. Nel luglio 1990 i membri di un gruppo minoritario musulmano tentarono un colpo di stato, invadendo il parlamento e catturando 45 ostaggi, compreso il primo ministro A.N.R. Robinson, ferito a una gamba da un colpo di pistola essendosi rifiutato di dare le dimissioni. Da questo tragico episodio il mercato petrolifero è entrato in una fase di crisi e il governo ha avviato un programma di austerità, promuovendo nello stesso tempo il turismo nelle isole.
Nel 1994 il governo ha introdotto nuove misure anticrimine, per contrastare l’allarmante aumento della criminalità in alcune zone. Alla fine degli anni ’90 sono stati scoperti altri giacimenti di petrolio e di gas naturali, che sembrano promettere al paese un ritorno alla prosperità. La scena politica, intanto, resta incerta e l’opposizione è sempre meno disposta a collaborare a un programma che considera a solo vantaggio del governo.
Nel 2003 ha avuto luogo una forte recessione economica. La raffineria di zucchero statale ha dovuto chiudere i battenti, lasciando a casa 8000 lavoratori.

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Commenti al Post:
lorteyuw
lorteyuw il 25/03/09 alle 01:07 via WEB
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