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PLAYA GIRON

Post n°39 pubblicato il 06 Gennaio 2006 da playagiron0
 
Tag: VIAGGI

Alle sei in punto del 15 aprile aerei nemici invasero il territorio nazionale e cominciarono i bombardamenti. Gli aerei  raggiunsero gli aeroporti di Santiago di Cuba, di San Antonio de los Baños e di Ciudad Libertad, distrussero due aerei cubani e uccisero sette persone. Il giorno dopo si fecero i solenni funerali delle vittime.
Una compagna oggi anziana, Clara,  racconta: “ Io ero incinta del mio primo figlio e piangevo per quei poveri morti, seguendo le bare… c’era tantissima gente e la strada era tutta coperta di fiori.  Eravamo all’altezza di  “23 y 12”, lo storico slargo della capitale. C’erano tanti miliziani con i fucili alzati e Fidel lì proclamò il carattere socialista della Rivoluzione. Noi,  tutti i presenti eravamo convinti che questa era la nostra Rivoluzione: la Rivoluzione dei poveri, con i poveri e per i poveri… mentre nel Mar dei Caraibi la flotta che portava la brigata degli invasori già navigava con la scorta delle navi da guerra e dei sottomarini degli Stati Uniti.” 

Fu dichiarato l’allarme generale.

All’una circa della notte del 17 gli invasori sbarcarono a Playa Larga e a Playa Girón. Le forze cubane con tutti i mezzi disponibili furono inviate nell’area della battaglia. 14 battaglioni partirono per la zona dei combattimenti e il resto restò per difendere la capitale. Alcuni plotoni erano formati da autisti di autobus, da operai delle di birra, delle fabbriche del tabacco, da calzolai…

Roberto Chiong che aveva 16 anni ed era apprendista calzolaio difese alcune ambasciate assieme ad altri discendenti di cinesi che avevano creato nel loro quartiere due compagnie di miliziani.  Erano molte le donne combattenti presenti.
Adelfa, che ora è molto anziana,  racconta che la mandarono a custodire una zona del cimitero di Colon. Aveva una mitraglietta cecoslovacca  tra le mani, ma aveva anche una paura terribile di stare da sola tra le tombe.

“Ho dovuto superarla la paura  e ci sono riuscita!” dice ancora soddisfatta.

Anche Compay Segundo faceva parte di un plotone che si occupò del migliaio di prigionieri nemici catturati. Ci furono molti arresti di noti controrivoluzionari, perché si sapeva e si temeva che avrebbero aiutato il nemico: si trovarono nascondigli di armi di piccolo calibro, volantini contro la Rivoluzione, materiali sovversivi di ogni genere e l’occasione, in un certo senso, aiutò nella scoperta di nemici della patria e anche di speculatori che avevano nascosto prodotti che cominciavano a scarseggiare La capitale rimase tranquilla, ma a Miami si scriveva - il 17 di aprile – che: “Nelle strade dell’Avana si combatte violentemente: l’Hotel Habana Libre è crollato dopo un attacco aereo sferrato contro il regime di Castro.” Il giorno dopo gli Stati Uniti dovevano ammettere la loro ridicola e umiliante sconfitta: quella fu la prima di una lunghissima serie di vittorie di una piccola Isola coraggiosa contro l’impero del male. Alla fine di marzo a Girón la pista di atterraggio era quasi terminata assieme alla strada che unisce Jagüey Grande alle spiagge. Fidel dichiarò: “Questi hijos de puta cercheranno di sbarcare qui, perché è il luogo ideale…  Mettiamo una mitragliatrice calibro 50 nel contenitore dell’acqua - che era molto in alto - e una seconda davanti alla pista dell’aeroporto.  Facciamo venire un battaglione di fanteria e quattro obici, lo stesso a Playa Larga ….”

Ma non ci fu tempo per realizzare tutto questo perchè giunse il nemico.

 

WASHINGTON
Il 30 marzo Kennedy, neo Presidente, invitò  William Fullbright, Presidente del Comitato per le Relazioni con l’Estero del Senato USA  ad andare con lui in Florida; durante il viaggio esaminò un documento di Fullbright, Senatore dell’Arkansas, nel quale si dichiarava che l’invasione a Cuba era una pessima idea e nel quale si raccomandava anche una politica di tolleranza. Sembrava molto interessato. Però il 3 aprile negli USA venne reso pubblico il Libro Bianco nel quale si preparava il popolo statunitense sull’invasione a Cuba. L’autore era Arthur Schlesinger junior, il consulente speciale di Kennedy che è venuto all’Avana per la Conferenza.

L’invasione di Cuba era già in elaborazione quando era Presidente Eisenhower … La CIA aveva elaborato un piano in quattro punti e i costi previsti erano di 4 milioni quattrocentomila USD. Gli aspiranti invasori si addestravano nell’isola di Useppa, nel Golfo del Messico e in Florida. Poi a Fort Gulk , poi a Panama poi nella base Trax, poi in Guatemala… Nel marzo del1961 la CIA presentò un documento che si chiamava “Proposta di operazioni contro Cuba”, raccomandando anche il “Piano Trinidad” che era diviso in tre punti : Una invasione dal mare dalla parte di Trinidad; la conquista di una spiaggia per la futura organizzazione della guerriglia e la formazione di un governo provvisorio subito dopo la conquista dell’area di spiaggia. Tutti gli aspetti militari vennero approvati dall’insieme dei Capi dello Stato Maggiore USA e l’azione venne chiamata “Operazione Pluto.” L’invasione si doveva effettuare il 5 poi il 10 e alla fine Kennedy decise per il17. Egli si era riservato il diritto di interrompere questa azione sino al giorno 16. Allan Dulles era a Puerto Rico per non far nascere sospetti. I mercenari vennero contati partendo dal numero 2000,  per ingannare lo spionaggio cubano, poi la Brigata venne chiamata 2506, che era il numero di un morto durante un addestramento. Le truppe brigatiste vennero trasportate in Nicaragua e la base in Guatemala venne distrutta dagli uomini della CIA che arrestarono anche 17 aspiranti invasori perchè “di sinistra”… Partirono per Cuba da Puerto Cabezas, salutati dal generale Luis Somoza, Presidente del Nicaragua. Un giornalista, Haynes Johnson del Washington Post scrisse:

- Vestito come un ricco personaggio di una commedia musicale e circondato da pistoleros, con il viso sporco di polvere, Somoza dichiaro:

“ Portatemi i peli della barba di Castro!” poi salutò col pugno chiuso e voltò le spalle ai futuri invasori seguito dai suoi adulatori …-

 

CUBA – 15 APRILE 1961

José Ramón Fernández giunse alla Centrale Australia con la propria macchina dall’Avana, per stabilire lì lo Stato Maggiore come Fidel gli aveva ordinato.  Cominciò a dare ordini e a organizzare le forze.  Gli attacchi erano iniziati con il bombardamento di un B - 26 che portava la bandiera cubana ed era morta una donna con quattro miliziani.  Altri due B - 26 dipinti come quelli cubani stavano volando alti sopra la Centrale Australia.  Intanto da tutta l’Isola giungevano i battaglioni cubani con i loro comandanti. Nella notte del 16 aprile l’invasione si concentrò nel sud di Cuba. Due navi della marina da guerra USA il Barbara J e il Blagar appoggiavano i mercenari con la loro potente artiglieria. C’erano anche la porta elicotteri “Boxer”, la portaerei “Essex” e - molto vicine - la “Shangri Là”, il Murray”, il “Conway”,  il “Coney”, la “Eaton”, il “Wailer” che erano distruttori.  Inoltre c’erano due sottomarini che navigavano davanti alle coste cubane . Il pomeriggio del 17 la FAR era di nuovo padrona del cielo cubano. Quattro aerei nemici furono abbattuti e tre riportarono gravi avarie e dovettero atterrare in altri paesi. La nave “Rio Escondido” venne affondata e la “Houston” venne danneggiata fortemente con i razzi. Le imbarcazioni che la CIA aveva dato alla compagnia García Lines erano già tutte fuori combattimento. Il “Blagar” e il “Barracuda” se ne andarono al largo. La Brigata 2506 era composta da 1511 uomini tutti provenienti via mare.  Solo un battaglione era stato trasportato in aereo.

A mezzanotte del 17 il Blagar si avvicinò nuovamente e un paramilitare della CIA, Graystn Linch accompagnato da cinque cubani, tutti in tuta da sommozzatori, si diresse verso la spiaggia per sistemare le luci di direzione che  segnalavano la zona dello sbarco. Linch, smentendo le dichiarazioni di Kennedy : Gli statunitensi staranno al margine -  era assolutamente  .

Cittadino USA. (come altri che sbarcarono a Playa Girón).

Gli invasori avevano a disposizione moltissime armi: bombe dirompenti, napalm da 750 libbre, razzi da cinque pollici, mitragliatrici M 3, Thompson, fucili automatici Browning e altro. Questa quantità di armi dava molta sicurezza agli invasori, mentre gli artiglieri cubani avevano mediamente 17 anni…12 ragazzi morirono sparando contro gli aerei invasori…

 

MIAMI

Il giorno 18 aprile un aereo B 26 il giorno 15 atterrò forzatamente (per avarie)  a Miami e alcuni giornalisti notarono che aveva le insegne di Cuba ma aveva anche  lo sportellone trasparente della carlinga oscurato mentre gli aerei cubani lo avevano tutti in plexiglas. Il pilota venne rapidamente allontanato – lontano dai giornalisti - dagli uomini della CIA, ma i fotografi fissarono anche le immagini nelle quali si notava che le mitragliatrici erano nascoste.    Stevenson ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite dichiarò che il pilota era un disertore cubano ma nello stesso tempo Raúl Roa García Ministro degli Esteri di Cuba dichiarò che Stevenson era un bugiardo e annunciò nelle stesse Nazioni Unite dove si trovava “che gli USA avevano improvvisamente sferrato un attacco vigliacco contro Cuba”.

Poi si seppe la verità… Un consulente Usa chiamato Shik ordinò a Mario Zúñiga uno dei piloti cubani mercenari assunti dalla CIA di volare in Florida da Happy Valley dove si trovava, e dopo l’atterraggio forzato  di dichiarare che era un disertore cubano, che c’era stata la ribellione dei piloti e che chiedeva asilo politico. I copri motori del B - 26 vennero smontati e colpiti per prove” Gli diedero tutto cubano dalle etichette ai sigari… tutto corrispondeva. La stessa notte Zúñiga ritornò a Happy Valley.

 

CUBA

Il 19 di mattina un B 26 che cerca di attaccare l’artiglieria rivoluzionaria viene colpito e cade nel mare. I tre uomini dell’equipaggio muoiono. erano Due erano statunitensi: Riley Shamburger e Wade Carrol Gray. 15 miliziani vanno a cercare i piloti di un altro aereo caduto vicino alla Centrale Australia. I contadini dicono che sono fuggiti. Quando i nemici invasori vengono catturati  dichiarano di essere cittadini degli USA: Thomas Willard  Ray e Leo Francis Baker. Tutti i cittadini USA che parteciparono alla invasione di Playa Girón appartenevano alla Ala 17 della Guardia Nazionale di Alabama, Arkansas e Virginia, ed erano stati reclutati dalla CIA. Il Nicaragua aveva dato loro sei aerei P-51 Mustang. La squadriglia era guidata da Buck Pearson anch’egli statunitense. Alle 15,50 del pomeriggio del 19 aprile le navi da guerra USA, dopo aver cambiato molte volte posizione, si allontanarono definitivamente dalla costa di Cuba.

Il nemico abbandonava le sue posizioni.

 

LA RIVOLUZIONE AVEVA VINTO.

ALLE 17, 30 DEL 19 APRILE DEL 1961 PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA L’IMPERIALISMO DEGLI STATI UNITI AVEVA SUBITO LA PRIMA BRUCIANTE SCONFITTA.

 LA STAMPA USA

La stampa degli Stati Uniti non pubblicò mai nemmeno una riga sulla denuncia ripetuta di Fidel Castro contro gli USA che stavano sosteneva preparando una aggressione a Cuba. Quando le relazioni con Cuba vennero interrotte il 3 gennaio del 1961 nel Sunday New York Times si lesse :“Ciò che ha fatto perdere la pazienza agli Stati Uniti è l’accusa offensiva dell’Avana di una presunta invasione statunitense nell’isola di Cuba.” Ancora la stampa USA pubblicò che Cuba usava MIG sovietici , pilotati da cecoslovacchi. La marina da guerra USA smentì la notizia ma la smentita venne ignorata. Dalla base di Guantanamo il 20 aprile del 1961 giunse una nota al New York Times che diceva: Il sensibile radar delle navi USA non ha registrato la presenza di aerei comunisti o cubani ad alta velocità. Non ci sono caccia MIG in questa area e nemmeno sottomarini stranieri…” L’ultimo paragrafo venne accuratamente cancellato

 

NOTA PUBBLICATA DA REVOLUCIÓN

IL NEMICO HA CERCATO DI IMPADRONIRSI DI UNA SPIAGGIA CON L’INTENZIONE DI DISTRUGGERE LA NOSTRA GIOVANE RIVOLUZIONE, INSTALLARE UN GOVERNO PROVVISORIO E CHIEDERE AIUTO AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI: PER QUESTO FIDEL HA VOLUTO RESPINGERE MOLTO RAPIDAMENTE GLI INVASORI! 

SETTANTADUE ORE GLI STATE SUFFICIENTI PER FERMARE GLI AGGRESSORI!

 

CUBA 1961 · IL TENTATIVO DI INVASIONE DEI MERCENARI CUBANO -AMERICANI
LA CENTRALE AUSTRALIA

La Centrale Australia è una fabbrica di zucchero che si trova  a sud di Jagüey Grande.  

Ha il suo batey - cioè il villaggio dove vivono lavoratori e dirigenti - la ferrovia, con le locomotrici antiche e un andirivieni continuo, nei tempi del raccolto, di camion pieni di canne da zucchero appena tagliate.  L’odore guida sino a  questa fabbrica: uno strano profumo dolciastro di melassa… Api, vespe e mosche non mancano mentre dalla ciminiera altissima esce il denso fumo e le fontane destinate al raffreddamento sono veramente belle: uno spettacolo straordinario che apparentemente ha poco a che vedere con i grandi e rumorosi edifici vicini.   Il vecchio e maestoso edificio dell’amministrazione oggi è un museo, piccolo e sintetico forse, ma che spiega bene quello che successe quaranta anni fa proprio qui, dove il Comandante Fidel Castro organizzò il suo Stato Maggiore durante la battaglia di Playa Girón, nella Baia de Cochinos. Era il 17 aprile del 1961 quando è avvenuto lo sbarco nemico  all’alba e la milizia del Battaglione di Cienfuegos, accampato nella Centrale Australia per lavorare al raccolto delle canne ha affrontato l’invasione. Gli aerei dei mercenari hanno bombardato le povere case contadine, tutta la zona che circonda la Cienaga di Zapata  Gli aggressori sono riusciti a sbarcare a Playa Girón e a Playa Larga e hanno conquistato alcuni chilometri della strada che parte dalla fabbrica di zucchero e giunge sino alla Baia de Cochinos. La gente che abita nella Cienaga è stata evacuata dai nemici sotto il tiro della mitragliatrice. Le famiglie dei contadini sono scappate nei pantani della palude e molti sono morti. Gli aerei hanno bombardato tutto e la case sono saltate in aria . Faceva  molto caldo.  Oggi è il 19 e la battaglia sta terminando.

Ibrahim González, responsabile della Milizia della Centrale Washington, tagliatore di canna,  racconta di aver visto  mitragliare un camion pieno di bambini che è saltato in aria…

“ Ci sparavano con calibro cinquanta e con i mortai” dice un giovane della milizia orientale, abbiamo risposto al fuoco dalle due alle cinque, ma già i nostri piloti avevano abbattuto altri due dei loro aerei. Portano qui il primo prigioniero: i suoi occhi neri e il colore della sua pelle ci parlano di Cuba. Lui arriva ridicolmente coperto da una strana uniforme e sembra un animale braccato. Ha molta paura.  Chiede acqua e nel silenzio generale gli offrono  un boccale: lui beve e poi beve di nuovo e quasi sviene lasciando cadere la testa sul petto Si ode solamente il pianto silenzioso di un tredicenne, Luis García, che è indignato perché gli hanno negato il fucile per andare a combattere contro gli invasori.  Stanno sparando contro le ambulanze che vengono dalla Baia de Cochinos. Ormai il nemico si è ritirato sino alla costa. Ci sono ancora alcuni aerei che bombardano però. Playa Larga è liberata, ma ci sono centinaia di granate inesplose e si vedono anche molti cadaveri. Due invasori sono morti  a lato di una mitragliatrice calibro cinquanta che era situata a una Y della strada. Portano anche loro quella ridicola uniforme imposta da un governo straniero;  la mano di uno è appoggiata a una cassa con la scritta “1000 cal. 45 Catridges Bullets M 1911  In Cartoons Lot TW S 18492”

Erano molto giovani e sono morti per partecipare a una stupida avventura senza speranza né gloria. A Playa Girón si vedono le imbarcazioni degli invasori nell’acqua azzurra e tranquilla. 

È già pomeriggio tardi e alcuni aerei continuano a bombardare:  le  batterie cubane rispondono al fuoco con successo. Un contadino ferito racconta: “Ieri mattina alle otto siamo scappati, mia moglie, i miei figli e altri bambini feriti durante i  bombardamenti, in cerca di un rifugio tra i nostri. Alla curva di Caletón però, anche se avevamo un lenzuolo  come bandiera bianca ci hanno mitragliato e sono morti quasi tutti… anche mia moglie è morta poco dopo, ma ha fatto a tempo a raccomandare a nostra figlia di non lasciare mai la Milizia, perché questa è la nostra rivoluzione.”  Sta aspettando la fine del combattimento per toglierla dalla tomba provvisoria di sabbia. Lo accompagno e lo aiuto a mettere il povero corpo di sua moglie in una modestissima bara. I cannoni dell’esercito del popolo tuonano lontani ormai la battaglia è stata vinta. Faremo giustizia anche per questa contadina assassinata.

Dora Alonso, la bravissima scrittrice e giornalista cubana recentemente scomparsa, ricordava così quei giorni nei quali lei lavorò come inviata di guerra per “Revolución” rischiandola vita più di una volta. I suoi ricordi di questa battaglia si possono leggere nel libro “Era l’anno 1961”, già purtroppo quasi introvabile.  Gli invasori avevano una composizione sociale abbastanza straordinaria: più di un centinaio erano grandi proprietari terrieri; 194 erano ex militari della tirannia di Fulgencio Batista e molti tra di loro erano stati condannati a distanza dai tribunali rivoluzionari per fatti criminali; 112 erano ricchi commercianti; 67 erano grandi proprietari di case; 35 industriali; 24 proprietari medi; 89 erano stati importanti funzionari di grandi imprese a Cuba; 415 appartenevano alla classe media e 112 erano invece delinquenti comuni con precedenti penali. Costoro erano proprietari di 27.556 caballerias di terra; di 9.669 case o edifici con appartamenti: di  70 grandi industrie; di  110 fabbriche di zucchero; due banche; cinque miniere e due giornali quotidiani.  La Brigata 2506 degli invasori era formata da 1.500 uomini molti dei quali erano i figli dei ricchissimi sfruttatori cubani fuggiti con il trionfo della rivoluzione. Avevano cercato di invadere Cuba per riprendere i loro privilegi, per riappropriarsi di quel loro “diritto alla ricchezza”. Tra gli invasori c’erano i figli di un ricchissimo industriale del legno,  reclutati e pagati da una potenza straniera. La loro speranza era quella di divenire i padroni delle imprese nazionalizzate per accumulare ricchezza sfruttando gli altri cubani. Juan Sosa, ex latifondista; Raúl Armando Rodríguez, uomo politico di Pinar del Río con Batista; Tomás Rodríguez, capitano della polizia della dittatura; Rodolfo Salom, aiutante del feroce Orlando Piedra; Felix Pérez Tamayo, ex ufficiale di Batista era uno dei più famosi invasori. Juan Montalvo ricchissimo proprietario terriero la cui famiglia era la padrona della Cienaga di Zapata e dove i contadini morivano di fame; Mario Freyre, allevatore e proprietario di una fabbrica di zucchero; il cinese King Yun, assassino del tenente Pupo dell’Esercito Ribelle, che aveva anche ucciso col coltello il custode di un’imbarcazione cubana. Ramón Calviño, poliziotto di Batista, che piantava chiodi nella testa dei prigionieri…tutti costoro erano i combattenti per la libertà di Cuba, come avevano il coraggio di dichiarare… Vennero anche i medici mercenari: Juan Sordo; José Almeida; Martín Longa… che portarono grossi carichi di medicinali. Manuel Artime che era scappato negli USA con i soldi dei lavoratori di una zona agricola orientale, delinquente comune, venne usato dalla CIA e divenne uno dei responsabili della Brigata 2506. Altri ex ufficiali di Batista facevano parte di quella “banda” che venne inutilmente difesa da un avvocato di New York durante il processo.  James Donovan  ebbe moltissime difficoltà nello svolgimento della sua povera difesa: tentò tutti trucchi possibili. Ma dovette arrendersi al fatto che la giustizia all’Avana era autentica ed era quella cubana.

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Commenti al Post:
lorteyuw
lorteyuw il 25/03/09 alle 01:07 via WEB
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