ESISTENZIALISMO

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ed come quando si rincorre se stessi. Ci si rincorre senza mai avere la possibilità di afferrarsi. Non si riesce a capire in che direzioni si è girati. Una sorta di perdita di identità ci assale e pur guardandoci allo specchio non ci riconosciamo o, forse, non vogliamo riconoscerci. Quella insofferenza che ravvisiamo dentro noi stessi e che ci fa sentire vuoti, instabili, insufficienti ad una misura che non conosciamo. Non ci sentiamo adatti a un qualcosa che ci sfugge. Un qualcosa che non comprendiamo e non vediamo. Sembra di vivere una vita a metà, come se fossimo sotto la pioggia e ciò che ci ripara è un ombrello a metà. Come quando si corre in una direzione che non distinguiamo, un indirizzo cancellato o, forse, che non esiste.Sentiamo dentro di noi come quando un vulcano ribolle e sembra che da un momento all'altro debba esplodere. Una pentola a pressione. Una molla tenuta pressata e che da un momento all'altro sembra voler schizzare via impazzita. Si cerca quel tipo di solitudine dove ci si vorrebbe leccare le ferite. Ferite che altri non vedono, non comprendono. Ferite che ogni tanto riemergono e ci fanno piegare e, forse, versare qualche lacrima silenziosa. Il desiderio di gridare, di correre come pazzi e, forse, sbattere con la testa contro un muro. Altri che vedono sempre il tuo sorriso, mentre dentro avverti come dei convulsi dolori di parto: un travaglio che sembra non aver mai fine.Forse, forse dobbiamo solo fare pace con noi stessi...