ESISTENZIALISMO

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Mi sento nulla senza il tuo respiro,  mi chiedo, a volte, se lo senti lo squarcio delle tua partenza se l’avverti quel ferruginoso cigolio che non è più né dolore né tristezza.   Mi spoglio delle armi della  pelle e mi spavento mentre lotto contro una morte lenta e arida del cuore. Un cuore… che pulsa sangue ma… non batte, un sangue… che Scorre, ma… non ossigena E poi, tento di scacciarti dalla mente, con l’illusione d’avere forza, a sufficienza, per annientare démoni che spuntano da remoti ricordi, senza tregua. Scheletri che aprono ante di armadi posti in lontane soffitte. Mi spiano, mi deridono, stando a distanza puntano l’indice schernitore.   E m’interrogo…, in continuazione m’interrogo, mi guardo come in uno specchio dove dall’altra parte un figuro senza forma si staglia come preso da paralisi, respira… ma non vive, mangia beve… ma non ha forza.   Mi affaccio alla finestra e vedo lo scorrere del tempo…è inesorabile. Un albero maestoso conficca i suoi rami nel cielo di un autunno che declina verso un inverno.  Un inverno che deride la sua superbia e lo umilia abbassando fino a terra il simbolo della sua potenza.   E ancora tu che  hai umiliato la superba vitalità di un re… lo hai fatto inginocchiare… gli hai tolto dignità, l’umore della sua essenza è stato risucchiato.   Ecco… l’aspetto di un uomo emaciato, denudato…eviscerato. Non ci sono colpi sul mio corpo, ma il dolore è lancinante. Non esistono ferite, ma le piaghe sono giunte a suppurazione.   E grido… alzo la mia voce che senza suono cerca orecchio bendisposto… Non c’è… non esiste chi si dimostri disposto a comprendere il mio strazio, il mio dolore… il mio inciampare   E io… Io divengo il mio nemico…