ESISTENZIALISMO

ECCE OMINIDE


Il mio ultimo libro ancora inedito.Questa la sinossi:Un governatore, indicando un uomo legato torturato e reso inoffensivo posto al suo fianco, lo additò alla folla antistante, dicendo: Ecce Homo. Da quella occasione sono trascorsi più di duemila anni, ma si può dire del genere umano che siano uomini, in quanto "homo sapiens" perché progrediti, emancipati e psicologicamente sviluppati rispetto ai suoi antenati che abitavano le caverne e non conoscevano ancora le più elementari nozioni delle leggi della natura e di ciò che li circondava? Una disamina attraverso gli occhi di uno studioso che si sforza di fare una obiettiva sintesi della famiglia umana, circa la presunta asserzione dei molti, secondo cui siamo esseri evoluti o emancipati. Un'occhiata al tema sviluppato dai vari capitoli rende l'idea di quello che l'autore vuole dimostrare: dal modo in cui si viene educati nella prima infanzia e poi dalla società intessuta di falsi moralismi e regole. L'insano e frustrante dittatura psicologica di una società che impone di relegare ad altri la crescita del proprio modello di pensiero, della soluzione dei personali problemi e di rifarsi costantemente all'esperto di turno. Dalle religioni penetrate nel DNA dei popoli con i dogmi, le coercitive dottrine e superstiziose credenze che creano sensi di colpa e inibiscono quel desiderio innato di vivere liberi da paure e imposizioni socio-religiose divenuti pressanti modelli educativi e castranti luoghi comuni. L'incapacità umana di emanciparsi da quel preistorico limite che lo induce a vivere secondo la legge del più forte. L'ottusa indolenza a frenare l'inquinamento, il depauperamento e il folle e stolto sfruttamento della nostra terra a causa di egoistici interessi come finalità, per arrivare a governi e stati nazionali che opprimono intere popolazioni con guerre cruenti o di mercato, rifacendosi a una presunta supremazia razziale, economica o di ceto sociale, che si traduce in sopraffazione del più debole. L'analisi critica in questo lavoro di E. Riccio, fa luce sulla debole capacità umana di liberarsi di vecchi tabù e arcaiche credenze che pur avendo dichiaratamente il sapore di folcloristiche usanze e costumi, nei secoli, sono divenuti potenti luoghi comuni che inibiscono lo sviluppo mentale di tutta l'umanità. Con semplici e palesi evidenze, denuncia la fragile precarietà della mente umana di riscattarsi dai suoi totem, onde poter vivere in modo emancipato e scevro da paludamenti pseudo-culturali.