E come Eat Me

Post N° 488


vaffanculo ai bambini.quelli grandi, dico. bello scrivere un post per poi cancellarlo ancora prima di pubblicarlo,rendendosi conto che è tutto tempo perso. e parole al vento. e manifestazioni di primordiali pulsioni sanguigne [leggi: istinto rissoso]. e invece sai cosa ti dico?metti pure la foto più figa che hai, è vero: fa sentire bene.[anche se, ho come il sospetto che esista un secondo fine.]anche io guardo le mie foto più fighe e mi vedo figa.ed effettivamente rimane il fatto che sono io, quella nella foto.certo. però. metti in conto che esiste chi, oltre alla foto, può aver avuto la possibilità di vedere oltre, e aver capito che dietro quella bella presentazione [fatta di tutto quello in cui ho creduto per oltre dieci anni, per quanto riguarda te. e fatta di tutto quello che di mio si possa mettere dentro, per quanto riguarda me], in fondo in fondo, si cela solo un vizio di fondo, e ricorrente.poi, è del tutto individuale quale sia il vizio di fondo.il mio, per esempio, era l'autodistruzione.[una specie di continuo frontale con me stessa.]ma è passato, mia cara. sono in cerca di nuove emozioni adesso. dove mi spingerà la mia presunta-rimasta mancanza di amor proprio? quali ipotesi avanzi? finirò a bucarmi mentre mi scopa un becero cliente nei bassifondi di chicago? o magari a dirigere una maison di mulatte barely-teen in thailandia? forse diventerò una chiatta e unta sindacalista che scalda la poltrona a tempo indeterminato [hahaha. magari pure alle poste. per dio...]. o magari una mamma brutta e cattiva che picchia i suoi bambini fino a riempirli di lividi. no: questo, tu, non lo puoi neanche immaginare.e il tuo vizio, invece?non sarà la reale mancanza di senso civico? o magari lo sport più antico del mondo: "lancio il sasso e nascondo la mano" [e quando mi rendo conto del casino che ho fatto, mi metto a correre senza mai più voltarmi indietro]. forse il vizio è il vizio puro, e nient'altro. non può essere colpa solo tua. ma neanche solo di qualcun altro.non siamo quello che ci hanno fatto diventare i nostri genitori. non siamo quello che diciamo. non siamo quello che facciamo. non siamo quello che manifestiamo. non siamo quello che appariamo. non siamo quello che cazzo ascoltiamo, quello che mangiamo, quello che scopiamo, quello che fotografiamo, quello che leggiamo, quello che visitiamo, quello che ricordiamo. siamo solo ed esclusivamente quello che siamo. [ringrazio.]. e neanche lo sappiamo, che cosa cazzo siamo. e la presunzione ci porta a dare un nome alle altre cose. la definizione, diocane, la più grossa presa per il culo da quando l'uomo ha avuto il dono della parola.già.la mia fantasia ha dei limiti, avrei bisogno di spiegazioni.ma il silenzio parla chiaro.gisus, che vita piena di delusioni.