E come Eat Me

elogio. alla solitudine.


assurditā della domenica. godo in silenzio, e non ho bisogno di nient'altro che del silenzio per godere e per goderne. parallelismi poco raffinati, abbiamo bisogno di spazio e calore, volevamo delle rughe tristi intorno agli occhi, e non ci siamo mai accorte prima di averle giā intorno al cuore, al fegato, alle macchie gialle che ci crescono sulle mani in preda alle astinenze. mi si attorciglia l'intestino invece di andare a messa.solo conseguenze di un ritorno ai desideri pre-adolescenziali.volevamo un amore impossibile, l'abbiamo avuto. l'abbiamo mancato. era impossibile, dopotutto. la stanchezza ha il suono della tisi che avanza. respirare schiena a schiena con gli sconosciuti, č l'unica maniera per non sentirci soli nemmeno nella malattia. poi, nella calma piatta ci stacchiamo come amebe innocenti che una volta esaurito il corpo ospite, si allontanano in cerca di altro sangue fresco.piccole stronze crescono. non si capisce perchč: crescono sempre. mai che possano redimersi, e rimpicciolirsi un poco. un poco. quel tanto che basta per lasciare spazio a tutti. manca ossigeno. manca idrogeno. manca il fottuto fottuto genio della irresponsabilitā.manca il gene della sensibilitā.abbiamo troppo tempo perso.corde nuove, odori forti e desiderio di consunzione.devo rifare la punta alla 3H, e il mio bastone troppo lucido chiede pietā.