E come Eat Me

..alla vita, intendo.


ci sono momenti in cui le crisi intestinali hanno la meglio su qualsiasi altro evento.metto in conto di poter appartenere a qualsiasi e a nessuna categoria, riesco finalmente a passare da una a tutte e finire all'opposto della prima: una forma di liberazione, dunque? le mie contraddizioni non possono essere capi d'imputazione, e nemmeno legacci da quattro soldi.nell'ultima settimana ho visto due volte dio. la prima volta m'è apparso in sogno. viveva con i suoi due assistenti [a sua fottuta immagine e somiglianza] in una sorta di laboratorio oceanografico immerso negli abissi, e si: aveva una lunga barba bianca, sulla quale giacevano disegnate e vive delle piccole facce dagli occhi chiusi. un dio dalla coscienza dormiente. nel momento in cui iniziavano le catastrofi nel mondo, nella sua barba bianca apparivano delle faccette prive di bocca, ma con gli occhi aperti, rossi, e con le occhiaie luminescenti gialle e arancioni. un dio afono e cosciente.la seconda volta, l'ho visto per strada: uomo, etnia africana, sulla cinquantina, alto e bello triste, indossava la divisa della società per la pulizia delle strade della città: quella divisa verde acido e giallo trip. la sua scopa e la sua pazienza seguivano meccanicamente quello che i suoi occhi identificavano come sporcizia su questa terra: mozziconi, cartacce, merda animale, bottiglie e sacchetti di plastica, carcasse di piccioni, penne cadute da chissà quale taschino, medicinali scaduti, organicità varia e via dicendo.io, nella mia acattolicità, nel mio ateismo, nella mia personale disillusione, credo che nessuno di questi era dio, o un dio, o un'immagine di dio. però mi sconforta pensare che la mancanza di fantasia [e sentimento] del cattolico medio, lo porti a non essere in grado di decostruire l'icona standard, e riformularne altre, a suo piacere e gradimento.dio potrebbe avere le fattezze di mia madre, la sensibilità di marianne sagebrecht, il cervello di enrico ghezzi, la voce di amanda lear, il fegato di daniele luttazzi e il guardaroba di valeria marini. ma dio non esiste, e tutti i precedenti si.come la mettiamo?la mettiamo a novanta, come al solito, e speriamo che nessuno ne approfitti mentre siamo impegnati a mettergliela.