Tu non lo sai quante volte sono crollate le mie torri. E' l'arcano peggiore così distante dal carro, dal calesse. Annoto sul destino, i crolli e le ripartenze frugo nelle tasche del passato in cerca del profilo del sole. Le macerie hanno creato il nuovo mondo. Poi, nella distanza, alzo gli occhi alla terra per seminare nuovi passi. Un tocco di cipria all'apparenza, e due molliche di pane da buttare ai piccioni ricordano che oltre questo vuoto qualcosa ancora esiste. Beatrice Niccolai