Fermati e Ricordati

Il Capitano


 Il capitano era tornato. Ed era già partito alla ricerca di nuove avventure. In mare aperto, guardando dalla finestra della sua cabina, fissava l'orizzonte, cercando con lo sguardo una risposta. "Adesso sono salvo - pensava - ma prima stavo annegando per essermi immerso in acque troppo oscure. Mi immischio sempre in situazioni pericolose...Per le braghe del diavolo! Il bello della vita è che la si può mettere a rischio". "Quindi, brindo a me stesso!". Detto questo, prese la sua coppa, versò il vino, e lo bevve sino all'ultima goccia. Sino alla feccia.
 Posato il bicchiere, vide una sirena. Era emersa dagli abissi, con i suoi capelli neri, il suo sorriso un pò beffardo, lo sguardo illuminato di presunzione. "Ti conosco - disse la creatura - . Ti ho visto nella profondità del mio regno, ti sei inebriato della mia presenza e io ho assecondato la tua voglia, ma adesso so chi sei e devi andartene!".Il capitano, che prima ascoltava con poca attenzione, incredulo, diventò subito serio e rispose: "Tu non mi conosci. Hai voluto vedere in me solo quello che ti faceva comodo. Tante cose mi inebriano, ma nessuno è mai entrato nel mio cuore"."E allora perchè ancora mi parli?", continuò la sirena. "Perchè prima che te ne vada è giusto che tu sappia una cosa"."Cosa?!""Che dura troppo poco la vanità di sentirsi amati. Un pò di gratitudine, poi voglia di fuggire via. Nessuno più di me ha una tale dimestichezza con la fine - concluse il capitano - e niente mi riporterà indietro! Quindi, addio."
 La sirena tornò così infondo al mare, e lui, voltandosi verso il tavolo ricoperto dalle carte nautiche, sapeva di non aver detto la verità fino in fondo. Nel suo cuore era sempre entrato tutto, ogni esperienza vissuta, e stava in questo la sua ricchezza. E lo aspettavano un mare da solcare, un tesoro da trovare, nuove avventure da vivere. Anch'esse, sino alla feccia...