Shiatsu e dintorni

Migliorare la Società ammalata! Insieme Si Può


Fin da piccolo ho pensato che le persone violente fossero persone ammalate, bisognose di esser curate. Ho sempre avuto un pensiero pacifista. Ho sempre odiato le guerre e non riesco nemmeno ad accettare l’idea di dover uccidere un animale. Quando ero bambino, se vedovo un uccello imprigionato in una gabbia, accorrevo a liberarlo e nessuno degli animali che avevo come amici portava un guinzaglio, una catena o qualunque cosa ne limitasse la libertà.Il mio ideale era la tranquillità, l’amicizia, l’aiuto reciproco senza rivalità né invidie.Ora, da grande, vedo persone sempre di corsa, persone che lavorano senza voglia, altri che considerano il lavoro come un sacrificio che sono obbligati a fare. E poi individui che si limitano a sfruttare il lavoro altrui, per diventare ricchi, ma la ricchezza sembra non bastare mai, sono costantemente insoddisfatti e vogliono sempre di più. Furbizia e prepotenza dilagano. Negli anni ho visto gente che pare abbia perso la coscienza e che non provi alcun rimorso, ogni mezzo per loro diventa lecito: sfruttamento, corruzione, concussione, usura. Si muovono con disinvoltura nei negozi della droga, come nei bazar della prostituzione e investono enormi quantità di denaro in industrie altamente inquinanti per l’ambiente e pericolose per le persone. E se le persone si ammalano, tanto meglio: un più vasto mercato per la grande industria farmaceutica e la possibilità di aumentare i prezzi e guadagni dalla vendita di farmaci e terapie. Nelle mani di un manipolo di uomini ricchi e potenti anche i governi si piegano a questo schema: aprono stabilimenti commerciali dove non è necessario, si impossessano delle risorse minerarie, di quelle naturali e, in ultimo, di quelle energetiche come petrolio, gas naturale, e acqua dolce.Ma come è possibile che tutto questo accada? È davvero questa la civiltà? Dove i popoli ricchi possono usare la bomba atomica, le bombe a grappolo, armi chimiche e una tecnologia di morte che fa orrore anche ai più sadici della terra?Oppure c’è qualche cosa che si può fare per cambiare questo mondo di violenza, di terrorismo, guerre e piraterie moderne, questo mondo dove il crescente inquinamento della terra mette ormai a rischio l’essere umano? Per migliorare il mondo bisognerebbe modificare quei concetti di base che distruggono dal di dentro il nostro essere umano. In futuro dovremmo insegnare ai nostri figli che coloro che fanno la guerra sono dei malati mentali, che i politici che sacrificano la vita di migliaia di persone dovrebbero esser rinchiusi, che i grandi condottieri del passato non erano grandi uomini ma spesso assassini sanguinari. Dovremmo condannare ogni atti di violenza contro qualunque essere vivente o forma di sfruttamento e insegnare il rispetto per la vita e per la natura. Dovremmo riscoprire insieme ai nostri figli i valori dello spirito, guardare insieme a loro al lavoro che hanno compiuto uomini e donne che hanno saputo migliorare le condizioni di vita e portare benessere agli altri senza andare contro le leggi della natura, senza sporcare questo pianeta così bello e prezioso. Nel XXI secolo noi uomini e donne di cuore dobbiamo lavorare per creare un mondo migliore per noi e  per i nostri figli. Creare una nuova forma di educazione, profondamente diversa da quella che ci ha preceduti e che ha portato il mondo verso il materialismo. Creare istituzioni educative in cui i giovani possano crescere e diventare uomini e donne nuovi che sanno amare se stessi, i loro simili, tutte le creature viventi e la terra tutta. Dobbiamo imparare ad usare la scienza, la tecnologia e l’arte per salvare l’umanità e la terra dal pericolo di distruzione. Se sapremo utilizzare le nostre conoscenze senza avidità, senza egoismo ed egotismo, potremo portare pace e benessere non solo a questa generazione ma anche a quelle che verranno. Se lo vogliamo davvero, possiamo farcela. Ma ognuno di noi deve lavorare nel suo piccolo ogni giorno per creare le condizioni  di miglioramento di questa società ammalata. rielaborazione di un pensiero di Hernan Huarache Mamani tratto da "la donna della luce"
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