Creato da DiVinoRossoSangue il 09/01/2012

Una volta ...

mi appunto ricordi

 

 

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Equatore.

Post n°13 pubblicato il 26 Luglio 2019 da DiVinoRossoSangue

Siamo come in viaggio di nozze. Stiamo fuggendo. Xsandrine ha ucciso uno di loro,lo stregone che ci ha sposati ora giace immobile nel riflesso d’uno specchio, questa non è cosa che si può fare senza pagare un prezzo. Ora il mare è blu scuro.Un corpulento peschereccio fende la schiuma sgraziato come un giorno d'autunno improvviso e freddo nell'illanguidire tiepido di settembre.Sul ponte disadorno sono agganciati un tavolino e alcune sedie.Un uomo ed una donna seduti l'uno di fronte all'altra bevendo strane misture circondati da profumati vapori.

 

"Anche noi quando siamo belli è perchè siamo conformi a noi stessi mentre siamo brutti allorchè passiamo in un'altra natura"

 

chi parla è una donna dai muscoli possenti e allungati, il seno florido.Il viso incorniciato da una chioma nera come l'aroma che l'aria ora fredda tiene sospesa sul banco rimediato dove i due piantano i gomiti. La strega ci accompagna. Il mare scivola sereno sotto in una luce estranea.

 

"segui il senso dell'aisthesis altrimenti trapasserai in un'altra natura"

 

A queste parole l'uomo si scosta, come destandosi da un sogno

 

"Scusami non riesco a seguirti..allora l'estetica è la bussola per tornare all'anima ..estetica nel senso di aisthesis ..cioè Sospendere il respiro.."

 

"che è l'unico senso di questa parola.."

 

Il giovane s'arresta cercando di frenare la linfa che corre sul viso.

 

"..perdo il filo..dunque..tu vuoi dirmi che in realtà per tornare all'anima bisogna seguire il bello?..non capisco"

 

"..tendi ancora a operare separazioni tra il bello e il buono..credi ci sia un dentro e un fuori mentre gli Dei si manifestano nella forma così come essa viene"

 

"ma il male esiste o no?.."

 

"esiste..ma non nella repressione, nella tortura, nell'assassinio questi sono solo i suoi strumenti ..il male è la burocrazia, l'efficienza programmata la sua monomaniacalità,la monotonoia del lavoro seriale,la precisione ossessiva fino alla virgola,la normalizzazione imperante,il non riconoscere l'anima alla forma..il pensiero senza immagine che la relega nel ghetto dell'arte, delle biblioteche e dei musei.."

 

Lui per un attimo resta privo di appigli. Si accorge del rollio della nave.Ha un senso di inequilibrio più che di nausea.

 

"Ma come le sai queste cose..?"

 

"..me l'ha detto Petrarca nel corpo di Laura,Dante quando ha visto Beatrice!"

 

La donna ride sommessamente come chi sà di destare nell'altro un'ammirazione tagliente, un misto d'attrazione e tremore. Poi i due lasciano cadere la discussione.Lui guarda il mare con viso stanco, bisognoso di riposo.Difatti si allontana con un saluto e si dirige nella cabina, quasi portando con se appuntati alla schiena pensieri che sembrano chiusi nello zaino dei tredici anni.Un pesante fardello di emozioni taciute da millenni che aspettano d'esser scaricate sulla scrivania insieme al diario del giorno prima. Xsandrine è li che riposa nel suo buio caldo senza nome, raccolta in chi sa quali pensieri. Lui si lascia andare alla gravità che lo reclama anche da sotto l'acqua. Dorme finalmente e profondamente. Dopo qualche ora non è più sera.

 

"Stiamo arrivando amore vero?"

 

"Si .. è stato un bel viaggio e Rosy è davvero sorprendente, una miniera di conoscenza"

 

"Lo so, ed è anche molto bella.." la voce della donna ha un tono sconosciuto.

 

Si avvicina il pieno della notte ,ancora e ancora, come la traccia di un disco sentito a ripetizione nell'attenzione centrifuga dell'adolescenza.

"Lei ti vuole bene e ti sarà molto vicina.."

 

A questa frase-falena fuggita dal bicchiere l'uomo replica con uno sguardo attonito di puro silenzio, sgrana gli occhi e ingoia tre volte le parole e il fiato.Poi lentamente

 

"che vuoi dire..che vuoi dire con questo?"

 

"Vado via amore mio..dove tu non potrai raggiungermi..devo farlo"

 

Passano alcuni minuti di tuonante vuoto. Un attimo e dapprima sommessamente e poi come un diluvio, la sua voce sorge salendo in intensità dalla breccia del pianeta fino alla freddezza di quell'acqua arrotata dal vento.

 

"..Basta adesso! Basta con i segreti basta! basta io non sono un cucciolo

che ti puoi portare a spasso e sradicare da tutto.Tu non mi puoi piantare così quando più ti fa comodo!"

 

Le si scaglia addosso vuole destarla dal suo torpore la ricopre di insulti e minacce ma la risposta è un crampo indigeribile che gli si affonda addosso nello stomaco.Lui cerca di colpirla tanto è disperato, lei si difende a malapena e continua a sorridere poi lo blocca sul letto,  comincia a baciarlo,lo morde. E poi,come se l'urto di questa lotta non foss'altro che il risuonare del gong,da un sogno di un nulla stipato s'avvicina Rosencreutz. Affiora nella luce delle candele che Xsandirne mette accanto al letto se vuole leggere e darsi un tono.Si spoglia lentamente e inesorabilmente, la donna sul letto le fa cenno di avvicinarsi Lui è fuori di se non sa più cosa fare o dire. Cerca di urlare ma gli vengono in mente solo tutte le altre cose. C'è il ragazzo chiuso nelle cuffie a sentir musica su musica quando le urla di mamma è papà s'avventavano addosso alle persiane chiuse.Lupo senza tana.C'è il cercare d'acchiappar le nuvole sui prati umidi di fango vicino al raccordo C'è il rovinare le uniche scarpe buone che hai. C'è il mettere lettere nella buca di notte a chi diceva che eri l'unico ma era sempre di un'altro.E c'è il dolore dei morsi che lo riporta giù.Occhi di rettile.Ora sono su di lui e sono una moltitudine.Sulle spalle di Xsandirne striscia il viso di Rosencreutz pieno di occhi che vogliono.Sono venute a prendere.Una affonda un artiglio nella carne e ne butta fuori sangue come se versasse birra in un boccale.L'altra spegne l'urlo sulla coppa del suo seno gonfio di vino e caramello. Sono allacciate a lui e tutto si fa confusione,mani bocca lingua petto profumo dolore distanza morte vita urla rimpianto assenza presenza amore ..anima...forse anima..ma l'anima è sempre un forse.Si sentono lamenti ed urla che risuonano spegnendosi sulla carne. Il vampiro traccia linee di sangue e dolore, la strega mette orgasmo e piacere come sale su ferite lacere

 

 

Ora sono io che parlo:

 

Mi vedo mentre vengo dal gelo

e dalla porta spalancata.

Occhi sconosciuti ci guardano.

non ho più niente

e mi vedo

nelle radici remote.

Che se mai abbiamo peccato

mai vera alcuna cosa è stata in noi

mi vedo piegato pesante sui libri.

Che dopo la logica d'Aristotele m'assunsi la filosofia

e morta quella mi fermai sulla medicina

ma svanito anche l'oro di quell'ultima

mi presi la teologia e le linee e i pentasegni

delle lettere dei maghi e negromanti

ma contro a questa robusta mia lingua

tutto s'è svelato il guscio vuoto d'una noce

il salario d'uno sgobbone il cui lavoro è vivere

d'aria e andare a caccia di niente

e se anche un buon mago è come un ramingo semidio

che s'è fatto casa tra rose e alberi in cerchio verde

pur'anche l'alchimia mi s'è smarrita addosso

come un'onda che si perde contro

la voce

la mia immensa voce ch'alza i venti

e squarcia il petto al mondo.

 

La mia voce si spegne. Non c'è conflagrazione,solo un lento cadere. Dormo sul lungo singhiozzare di quell' antica sconfitta madre a tutte le Erinni Ma il risveglio è solitudine. E' stanchezza. Sento di essere stato privato di qualcosa piange un pianto senza riposo.Passo così gran parte del tempo, non  voglio vederla, so di essere stato umiliato consumato e deriso.

 

Poi d'un tratto repentina come il veleno nelle ghiandole del serpente arriva la rabbia.

 

Mi catapulto fuori della cabina con un tifone di pensieri come corazza e parole avvelenate sulle squame della bocca.

 

Corro

 

Corro, come quando correvo per salvarla ma ora voglio solo distruggerla farle male dentro, dirle dell'odio che provo.

 

Ma lei non c'è.

 

Salgo sul ponte solo per capire che è giorno e siamo arrivati a destinazione.

Scendo sulla banchina , dovrà pur esserci una traccia di lei

 

Nulla.

 

Poi vedo Rosencreutz che mi aspetta bagagli in mano sul molo. Allora mi avvicino pieno di lame nel petto furente.

 

Ma gli occhi di lei,man mano che la distanza s'accorcia,mi domano con una dolcezza pagana,quasi aliena...Rallento il passo. Non so più dov'è. Non so più chi è. Sono passati millenni.

 

"sali in macchina ,ti ho preso i bagagli, dobbiamo andare, dobbiamo fare in fretta"

 

Ha il tono dispiaciuto, dolce, materno,come di chi sa che il dolore deve ancora venire..

come chi sa che non c'è nulla di più lontano che il centro della terra .

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Commenti al Post:
Malvenuta
Malvenuta il 27/07/19 alle 18:15 via WEB
Cosė la milonga rivelava molto pių di se...della sua origine d'Africa, della sua eleganza di zebra.
 
 
DiVinoRossoSangue
DiVinoRossoSangue il 27/07/19 alle 20:15 via WEB
Il tango .. si.. mille volte si..nelle parole che esprimi e nelle immagini e nel penetrare dello sguardo..sembra tu mi sappia leggere molto piu' in profondita' di quanto io stesso abbia mai fatto.
 
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