Creato da DiVinoRossoSangue il 09/01/2012

Una volta ...

mi appunto ricordi

 

 

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Volar via senza orchestra.

Post n°15 pubblicato il 30 Luglio 2019 da DiVinoRossoSangue

 

L'aria si fa fredda.S'animano i biglietti nelle casse dove fino a poco prima stavano donne col compito di lasciar passare. Il mondo sputa fuori sorrisi in ghirlande arrabbiate e sbadigli mentre Il liutaio segue a passo lento una marcia nuziale verso il centro del palco.Una sposa dal raro talento.Si svegliano poi le sedie, le travi gobbe della volta d'acciaio mentre tutto è come un punto in espansione.Il disegno infacile d'una mente ricurva.

 

"Ero venuto a sentire blues"

 

Questo il pensiero di chi invece avrebbe ascoltato musica inglese del quattrocento.Lucas era tornato in vita.Era rinato in un mondo sbagliato.Ma ci viveva al termine del giorno come gli aveva insegnato Xsandrine.Passò quel poco di tempo che dà al suono di mille corde e di mille mani chiuse su una, al suono non finito d'un lamento inespresso,di un delitto appuntato al volto d'un operaio rasserenato a furia di dolori inumani, il potere di convincere chiunque a restare.E lui in quel poco tempo e come chiunque restava e guardava ..Come tutti sanno la vista,quando manca il profumo,da potere al ricordo e quindi come chiunque altro ricordava:

 

Al rione Monti c'era una donna rossa e splendida, sembrava aspettare da un millennio. Semplicemente si appoggiava sui gomiti e si accarezzava impercettibile il mento. Di fronte a lei in piena potente solitudine si stiracchiava una quercia.

 

"Così si attende la propria fine quando s'è vissuto abbastanza"

Parole nate negli spazi distesi sul lato lungo della piazza mentre Lucas saliva le scale.Lo faceva senza incanto. La strega lo aveva accompagnato per un pò.Un passo sopra l'altro.Uomo condor che si sollevava tra colori opachi. Cantando.

 

Questa lingua di terra

c'ha lasciati.

Le Mondine sridacchiano

infelici

al bestemmiare dei corvi

e Il rovo di chi

ci voleva insegnare la memoria

s'irrobustisce

secco

 

ma secco

che sembra una mitraglia d'occhiatacce

stolide

rivolte all'insereno sole.

 

Siamo tutti soli

Siamo un paese senza più fiumi

Un vino c'ha guaito

d'ogni perso

sapore.

 

Seduta alla maniera di una sfinge che vorrebbe legare il cielo con le labbra,Xsandirne esita prima di parlare.Lo studia attentamente.E non fa caso alle cicatrici nello sguardo ai segni sul viso e sul collo.Ai suoi occhi.Alle pietre preziose dei suoi occhi tutto questo sembra una magnifica decorazione.Il pacco regalo per la sua fine.Agognata fine.Voluta fine.Cercata dietro ogni battaglia.Seguita e preseguita.Inseguita oltre il confine intimo che separa il vuoto dall'erba verde.Ad ogni mezzo.Ad ogni costo.Freme.Sente una felicità colma di rimpianto salirle dallo stomaco.

 

"Alla fine sei qui..non pensavo ce l'avresti fatta"

 

E fruga l'essere che le sta di fronte con una curiosità che a tratti si fa malata.

 

"Puoi smetterla ora..mi offendi"

 

una pausa breve e quasi infastidita.Le si siede accanto.Guarda di fronte a sè.Fa finta di non sentirle il profumo.Di non desiderarla con follia e trasporto.Di non amarla ora fors'anche più di prima.Poi si alza e si risiede.La stringe con le mani.Ridono insieme.In modo innaturale.Di nuovo scatta in piedi.Quel contatto sembra scottarlo dal di dentro.

 

"Vuoi sapere cos'ho con me giusto?"

 

Detto questo estrae dalla cintura dietro la schiena uno stiletto.Xsandrine sveste il suo viso dal falso.Tira un lungo e inutile sospiro.

 

"Si..precisamente"

 

E lascia esplodere tutto il suo strazio in un tono di minaccia.Continua ad occhi chiusi per trattenere l'ultimo brandello di bene custodito con gelosia per anni.Parla repentina.

 

"Ma ti conviene usarlo subito!"

 

Gli si scaglia addosso con la ferocia che la natura le ha donato.Ma lui è più veloce.Più forte di chiunque altro.La colpisce con forza e la pianta alla corteccia del grande albero.Le foglie accolgono Xsandrine nel suo urlo.Nella rabbia inumana.L'ululato del vento è come il suono del canto nella voce che vibra fino alla luna fresca,fino oltre alle nuvole vuote di quel piano di cristallo ch'è diventato il cosmo.Ora che la nebbia si fende.Ora che illudersi è impossibile perchè il vento t'ha portato via tutti i decori ammuffiti nelle braccia e tra i rami.La sua ira è musica .E il mondo batte il timpano nella sinfonia inarrestabile.Bruma tra i monti e nessun rimpianto.

 

"..perchè non l'hai fatto!Vigliacco,bugiardo..perchè??"

 

Xsandrine piange,piange un pianto antico come le fondamenta della terra.Sà che nessuno può risponderle.E' quasi buffa agganciata per la spalla all'albero possente.Si agita ma semplicemente non può fuggire.E ripete la sua domanda fino a che il crollo di una vita eterna le spossa i fianchi.Così fiera anche nella resa.Così inerme.

 

"…Xsandirne ..."

 

Le parole si sospendono..

 

"adesso viene l'alba"

 

La guerriera si riprende,accende una nuova speranza.

Lui continua a testa bassa

 

"come sai,non mi piace dirti addio....Xsandrine"

 

Lei è felice ora,sorride con una follia bambina nei tratti del viso,non tenta più di liberarsi,l'affanno è volato via e negli occhi ritrova la fierezza del suo straziato sentimento.Raccoglie il fiato e il tono della voce questa volta autentica,piena di grazia come allora.Quasi spensierata.Il fresco delle fronde è gravido di dolore.

 

"Allora...allora..Addio amore mio..."

 

Lui sta già scendendo le scale. Quindi lei solleva la voce per farsi sentire,per farsi ricordare,perchè lui ricordi cosa erano stati,cosa sarebbero potuti essere se quel Dio non li avesse separati. Felice di bruciare da sola insultando quella divinità per l'ultima volta ancora audace e gagliarda come aveva vissuto fino a quel momento. Dea della rapina e dell'assassinio. Amante appassionata.

 

"..ho voluto fossi tu.. sono felice sia stato tu.. addio.. ti amo amore mio.. mi senti vero?.. lo sai che è così.. vero.. dimmi che questo non andrà perso.. so che non andrà perso.. ti amo.. ti amo.."

 

L'alba sorge ,il condor ha sceso le scale. La strega lo attende composta. L'amore è pesante.

 

"lei?.."

 

"..tu le spiegherai."

 

"mi odierà.."

 

"Gli uomini e le donne non sanno odiare a lungo."

 

Una sosta breve e un abbraccio che sembra l'ultimo,una dichiarazione di pace e rispetto.L'orizzonte si fa cupo. Poi la strega lenta mormora.

 

"vattene ..il giorno non aspetta.. ricordalo sempre...è la cosa che ti servirà di più."

 

Passò del tempo.Xsandrine non bruciò con il mattino e quando se ne rese conto tremò fino a svenire,senza più colore nelle guance.Rosencreutz la prese tra le braccia e la portò via con sè.E il tempo le tornò a scorrere dentro.

 

A Roma l'Auditorium sì è vuotato di tutto.

E Lucas sta solo.Il buio lo veste.A lui si addice.Infila l'uscita verso le giostre che stanno appollaiate

sui giardini pensili in cima al complesso.E dalla cima le cose sembrano chiare.

 

 

 

 

Di come spiegare l'urto del desiderio

Di come assumere in sè la maledizione d'un Dio

Di come perder la vita

Di come strapparsi l'anima

Di come amando tutto si perde e tutto si guadagna

Di come attendere il domani

Di come il domani non attende

Di come in tutto questo nulla siamo e nulla sappiamo

Di quanto ti amo e ti ho amata
Di come non t'avrò mai dimenticata

Di come celebrare

La rapina del vento

L’urlo delle ore

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