Romanzo scientifico

Il cigno nero


Il cigno nero - Come l'improbabile governa la nostra vita (Il Saggiatore, 2008)
Avete mai letto in un libro di testo che «le montagne non sono triangoli né piramidi; gli alberi non sono cerchi; le linee rette non si vedono quasi mai, da nessuna parte. Madre Natura non ha seguito il corso di geometria al liceo e non ha letto i libri di Euclide di Alessandria. La sua è una geometria frastagliata [...] Sembriamo naturalmente propensi a platonizzare e a pensare in termini di materiale studiato: nessuno, dal muratore al filosofo, riesce a sfuggire a questo condizionamento. Il grande Galileo, per il resto smascheratore di falsità, scrisse: "La filosofia è scritta in questo grandissimo libro [...]" Ma Galileo era cieco? Perfino il grande Galileo, con tutta la sua presunta indipendenza mentale, non fu in grado di guardare come si deve Madre Natura. Immagino che in casa avesse delle finestre e che ogni tanto si avventurasse fuori: avrebbe dovuto sapere che i triangoli non si trovano tanto facilmente in natura. Ci lasciamo influenzare troppo. O siamo ciechi o siamo ignoranti, oppure siamo tutte e due le cose. È ovvio che la geometria della natura non è la geometria euclidea, eppure nessuno, quasi nessuno, se n'è accorto...»? [p. 268-9]. Taleb è un empirista scettico (come lui si definisce) che, con molto coraggio, dimostra l'inconsistenza della gaussiana (la curva a campana) nel rappresentare i fenomeni della realtà "frattalica": «Se presumiamo che il caso abbia a che fare con la matematica, qualsiasi minima matemizzazione che possiamo fare nel mondo reale non presuppone la casualità blanda rappresentata dalla curva a campana, ma una casualità sfrenata e incalcolabile. Ciò che possiamo matematizzare di solito non è gaussiano ma mandelbrotiano» [p. 143]. E cioè «i rischi calcolabili sono del tutto assenti dalla vita reale: sono strumenti da laboratorio». Eppure, afferma Taleb [p. 243], «la curva gaussiana viene usata come strumento per la misurazione del rischio dagli organismi di controllo e dalle banche centrali, dove la gente indossa completi scuri e parla di valute in modo noioso».!