Romanzo scientifico

Lettera a Copernico


Lettera (immaginaria) a Copernico da parte di un (immaginario) sostenitore del geocentrismo tolemaico-aristotelicoFreiburg, anno 1543«Caro Niccolò, giunge voce che stai per lasciare questo mondo terreno per approdare agli estremi lidi. Giunge anche la voce che stai per pubblicare la tua opera suprema, il "De Revolutionibus". Dunque hai deciso di far conoscere la tua visione del mondo. Così, se i tuoi detrattori vorranno torturarti o bruciarti lo faranno con un corpo senza vita. Forse il tuo libro sarà messo all'Indice, ma prima che ciò accada avrà avuto la sua diffusione in tutta Europa. Insomma, un buon piano!Ma perché, mi chiedo, non sei rimasto buono buono a Freiburg a meditare su terreni e monete? Perché non hai lasciato che i fenomeni salvati dagli antichi rimanessero tali?Sulle orbite celesti, puah! Tu, Copernico, forse riceverai il frutto del tuo lavoro prima di lasciare questo mondo. Il tuo mondo. Quello che hai costruito dalle fondamenta aristoteliche e tolemaiche. Quello che hai sfidato col tuo eliocentrismo. Però la tua è una rivoluzione incompiuta. Certo, non hai gli strumenti per salvare i fenomeni. Nessuno ha ancora osservato la sfera celeste con quegli strumenti diabolici con i quali le cose lontane appaiono vicine. La tua è tutta una teoria matematica. Qui da noi si parla già di rivoluzione, anzi di "rivoluzione copernicana". Ma la tua "rivoluzione" si limita solo a una proprietà: hai semplicemente scambiato il Sole con la Terra. Nulla di più. Eppure conosci il fallimento di Aristarco che voleva fare della Terra il Sole e del Sole la Terra.Per tale ragione mi accingo ad aggiungere alla tua opera suprema una prefazione anonima affinché coloro che leggeranno le tue farneticazioni potranno farlo attraverso il filtro delle ipotesi e delle congetture. Un fedele servitore di Tolomeo e Aristotele.»