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La bellezza in matematica
1) Godfrey H. Hardy, Apologia di un matematico (presentazione di Edoardo Vicentini, prefazione di Charles P. Snow, traduzione di Luisa Saraval), Garzanti 2002. 2) Marcus Du Sautoy, L'equazione da un milione di dollari – E altri enigmi matematici che rifiutano di lasciasi risolvere (trad. di Carlo Capararo e Daniele Didero), RCS 2010 3) Mondo matematico, La sezione aurea – Il linguaggio matematico della bellezza RBA 2011 4) Mario Livio La sezione aurea – Storia di un numero e di un mistero che dura da tremila anni RCS 2003 5) Bruno D'Amore, Matematica stupore e poesia, Giunti 2009. 6) Graham Farmelo, Equilibrio perfetto – Le grandi equazioni della scienza moderna (trad. di Libero Sosio), Il Saggiatore 2005. Così scriveva Godfrey H. Hardy nel suo Apologia di un matematico (2002 Garzanti, pag. 66-67): «Il matematico, come il pittore e il poeta, è un creatore di forme. Se le forme che crea sono più durature delle loro è perché sono fatte di idee. Il pittore crea forme con i segni e i colori, il poeta con le parole […]». Ma il matematico, a differenza dei pittori e dei poeti, «non ha altro materiale con cui lavorare se non le idee; quindi le forme che crea hanno qualche probabilità di durare più a lungo, perché le idee si usurano meno delle parole.» E ancora: «Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle; le idee, come i colori o le parole, devono legarsi armoniosamente. La bellezza è il requisito fondamentale: al mondo non c’è un posto perenne per la matematica brutta.» Marcus Du Sautoy, che nel suo libro L'equazione da un milione di dollari – E altri enigmi matematici che rifiutano di lasciasi risolvere (RCS 2010) usa la citazione di Hardy per un “esperimento di crittoanalisi”, a pag. 238-239 scrive: «Lessi questo libro [Apologia di un matematico] quando andavo a scuola, e fu una delle ragioni che mi fece decidere di diventare un matematico». Ian Stewart, a pag. 312 del suo saggio L'eleganza della verità – Storia della simmetria (Einaudi 2008), scrive: «Eppure ci sono tante prove del fatto che la natura, in fondo, è bella». E cita il fisico Hermann Weyl che un giorno disse: «Il mio lavoro è sempre stato quello di unire verità e bellezza, e quando ho dovuto scegliere una delle due ho sempre preferito la bellezza». Il libro di Stewart si chiude così: «In fisica la bellezza non garantisce automaticamente la verità, ma aiuta a trovare la strada. In matematica, la bellezza deve essere anche verità, perché ciò che è falso non è bello.» (pag. 315). Sulla sezione aurea: Mondo matematico, La sezione aurea – Il linguaggio matematico della bellezza, RBA 2011 (in edicola tutti i venerdì un argomento di matematica diverso) e Mario Livio, La sezione aurea – Storia di un numero e di un mistero che dura da tremila anni (RCS 2003). Il libro di Bruno D'Amore, Matematica stupore e poesia (Giunti 2009), raccoglie brevi articoli di diversi Autori. Dopo la premessa e i capitoli I (La matematica, espressione dell’essere umano) e II (Il linguaggio della matematica), si apre il capitolo III (Matematica e poesia) con uno scritto di Piergiorgio Odifreddi dal titolo Fare il verso alla matematica. Il capitolo IV (Matematica e arti) comprende un secondo articolo di Odifreddi dal titolo Le tre invidie del matematico (abbiamo già segnalato il suo libro Penna, pennello e bacchetta – Le tre invidie del matematico, Laterza 2005), nonché un breve intervento di Michele Emmer dal titolo Cinema e matematica. Vi segnalo anche il capitolo VIII (ma tutti gli articoli presentati sono davvero molto interessanti), Matematica e filosofia, con gli interventi di Umberto Bottazzini (Dimostrazioni di destra o di sinistra?) e di Giorgio Israel (Nulla e zero tra matematica, filosofia e teologia). Infine, il capitolo IX (Matematica, società e politica) chiude il libro con gli interventi di Sandro Graffi (Alcune riflessioni sul rapporto tra matematica e società verso la fine del Settecento) e di Ubiratan D’Ambrosio (Perché gli educatori e i ricercatori che si occupano di matematica non possono ignorare le istanze che vengono dalla politica?). Ma non potete non leggere, Equilibrio perfetto – Le grandi equazioni della scienza moderna (Il Saggiatore 2005) di Graham Farmelo, in particolare la prefazione dello tesso Farmelo dal titolo Dev’essere bella, con chiaro riferimento all’equazione. Anche questo libro, come il precedente di D’Amore, raccoglie una serie di interventi; ne cito solo tre: L’equazione del sestante E = mc2 di Peter Galison, Erotismo, estetica e l’equazione d’onda di Schrödinger di Arthur I. Miller, La matematica dell’evoluzione di John Maynard Smith. Infine, chiude questo bellissimo libro la postfazione di Steven Weinberg dal titolo Come sopravvivono le grandi equazioni. EdMax |
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