Romanzo scientifico

Matematica e scienza: un romanzo

Creato da EdMax il 13/03/2011

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Personaggi della matematica

Post n°107 pubblicato il 20 Maggio 2011 da EdMax
 

Denis Guedj, Il teorema del pappagallo (Le théorème du perroquet, trad. di Lidia Perria), TEA 2003

Alessandria d'Egitto 

«Roma crollò e Bisanzio prese il suo posto. E Alessandria la pagana divenne cristiana. Anzi, lo era già, dopo la conversione degli imperatori romani al cristianesimo. Tanto le scienze erano rispettate e coltivate in Grecia, quanto furono trascurate a Roma. In riva al Tevere, l’unica scienza che contasse era l’arte del governo […] Nei quasi mille anni di vita dell’impero romano, non si trova la minima traccia di un’unica scuola matematica». E ciò ebbe conseguenze tragiche.

La prima a subirne gli effetti fu Ipazia, la prima grande matematica della storia, che viveva ad Alessandria verso la fine del IV secolo con suo padre Teone e il fratello Epifanio. È nelle opere di Teone che si trova il metodo di calcolo delle radici quadrate. Ipazia eseguì ricerche su Apollonio, Diofanto e Tolomeo.

«Un giorno dell’anno 415, il popolino, sobillato a lungo dagli uomini del patriarca di Alessandria, assalì il suo carro, la gettò a terra e le strappò di dosso gli abiti, prima di trascinarla in un santuario. Lì fu torturata con gusci d’ostrica affilati come lame, prima di essere bruciata viva. Decisamente, certi religiosi amano le donne soltanto quando sono sul rogo, come Ipazia, Giovanna d’Arco e le migliaia di ‘streghe’ dell’Inquisizione».

«Dopo Alessandria toccò a Roma. I romani ebbero un unico matematico, il senatore Boezio, che fu giustiziato per ordine dell’imperatore Teodorico. Poi fu la volta di Giustiniano, che decretò la chiusura delle ‘università pagane’»: in primo luogo l’Accademia e poi le altre scuole di Atene. Dieci anni dopo la morte di Maometto, nel 642, le truppe arabe s’impadronirono di Alessandria. La città cristiana divenne musulmana, e tale è rimasta. Tre anni prima della conquista della città da parte degli arabi, scoppiò una rivolta […] e acqua e fuoco si trovarono riuniti per distruggere i libri. Quella fu la fine della grande Biblioteca. Poi venne il turno del Museo. Nel 718, Omar II ordinò agli studiosi del Museo di trasferirsi ad Antiochia. Fu la fine di Alessandria».

EdMax

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