Romanzo scientifico

Matematica e scienza: un romanzo

Creato da EdMax il 13/03/2011

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Messaggi di Ottobre 2011

Oliver Sacks - Musicofilia

Post n°146 pubblicato il 11 Ottobre 2011 da EdMax

Musicofilia

 

Sacks

 

Questa volta Oliver Saks ci introduce nel mondo della mente musicale. Ripercorrendo gli studi compiuti da vari autori sull'argomento, e ricordando alcuni suoi pazienti (le cui vicende sono raccontate in altri libri di Sacks, come Un antropologo su Marte, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Risvegli), Sacks ci informa delle abilità musicali di ciechi e sordi, di orecchio assoluto, di sinestesia, di sogni musicali, della musica che può scatenare le emozioni più sorprendenti e inquietanti.

Solo una citazione tratta dal diario Et la lumière fut di Jacques Lusseryan, che Sacks riporta a pag. 214: «La prima sala da concerti in cui misi piede quando avevo otto anni significò per me, nell'arco di un minuto, più di tutti i regni leggendari... Entrare in quella sala fu il primo passo di una storia d'amore. L'accordatura degli strumenti fu il mio fidanzamento... Piangevo di gratitudine ogni volta che l'orchestra levava il suo canto. Un mondo di suoni, per un cieco: quale improvvisa benedizione!... Per un cieco la musica è nutrimento... ne ha bisogno e deve essergli somministrata a intervalli regolari, come il cibo... La musica è stata creata per i ciechi.»

EdMax

 
 
 

Italo Calvino - Le cosmicomiche

Post n°147 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da EdMax

Italo Calvino - Le cosmicomiche

Calvino

Sogni a occhi aperti? Riflessioni cosmologiche nella vita quotidiana? O vita quotidiana proiettata nel cosmo? Assurdo e onirico, fantastico e plausibile, per certi versi comico ma molto più cosmico e cosmologico. Una leggenda romantica soggetta alle leggi spietate della fisica e dell'evoluzione che ci lascia un «segno»!

«Un segno come? E' difficile da dire perchè se vi si dice segno voi pensate subito a un qualcosa che si distingua da un qualcosa, e li non c'era niente che si distinguesse da niente; voi pensate subito a un segno marcato con qualche arnese oppure con le mani, che poi l'arnese o le mani si tolgono e il segno invece resta, ma a quel tempo arnesi non ce n'erano ancora, e nemmeno mani, o denti, o nasi, tutte cose che si ebbero poi in seguito, ma molto tempo dopo. La forma da dare al segno, voi dite non è un problema perchè, qualsiasi forma abbia, un segno basta serva da segno, cioè sia diverso o uguale ad altri segni: anche qui voi fate presto a parlare, ma io a quell'epoca non avevo esempi a cui rifarmi per dire lo faccio uguale o lo faccio diverso, cose da copiare non ce n'erano, e neppure una linea, retta o curva che fosse, si sapeva cos'era, o un punto, o una sporgenza o rientranza. Avevo l'intenzione di fare un segno, questo si, ossia avevo l'intenzione di considerare segno una qualsiasi cosa che mi venisse fatto di fare, quindi avendo io, in quel punto delllo spazio e non in un altro,  fatto qualcosa intendendo di fare un segno, risultò che ci avevo fatto un segno davvero.» [Un segno nello spazio, pag. 30-31]

EdMax

 
 
 
 
 

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