Romanzo scientifico

Matematica e scienza: un romanzo

Creato da EdMax il 13/03/2011

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

silvianeriniMargherita281028EdMaxmimmominunnieastvillagecaterina.stillitanodiletta.castellifenormone0cloud.9remulettochicauto_2015amorino11IrrequietaDDJ_Ponhzi
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Maggio 2015

Lettera a Copernico

Post n°177 pubblicato il 25 Maggio 2015 da EdMax

Lettera (immaginaria) a Copernico da parte di un (immaginario) sostenitore del geocentrismo tolemaico-aristotelico

Freiburg, anno 1543

«Caro Niccolò, giunge voce che stai per lasciare questo mondo terreno per approdare agli estremi lidi. Giunge anche la voce che stai per pubblicare la tua opera suprema, il "De Revolutionibus". Dunque hai deciso di far conoscere la tua visione del mondo. Così, se i tuoi detrattori vorranno torturarti o bruciarti lo faranno con un corpo senza vita. Forse il tuo libro sarà messo all'Indice, ma prima che ciò accada avrà avuto la sua diffusione in tutta Europa. Insomma, un buon piano!

Ma perché, mi chiedo, non sei rimasto buono buono a Freiburg a meditare su terreni e monete? Perché non hai lasciato che i fenomeni salvati dagli antichi rimanessero tali?

Sulle orbite celesti, puah! Tu, Copernico, forse riceverai il frutto del tuo lavoro prima di lasciare questo mondo. Il tuo mondo. Quello che hai costruito dalle fondamenta aristoteliche e tolemaiche. Quello che hai sfidato col tuo eliocentrismo. Però la tua è una rivoluzione incompiuta. Certo, non hai gli strumenti per salvare i fenomeni. Nessuno ha ancora osservato la sfera celeste con quegli strumenti diabolici con i quali le cose lontane appaiono vicine. La tua è tutta una teoria matematica. Qui da noi si parla già di rivoluzione, anzi di "rivoluzione copernicana". Ma la tua "rivoluzione" si limita solo a una proprietà: hai semplicemente scambiato il Sole con la Terra. Nulla di più. Eppure conosci il fallimento di Aristarco che voleva fare della Terra il Sole e del Sole la Terra.

Per tale ragione mi accingo ad aggiungere alla tua opera suprema una prefazione anonima affinché coloro che leggeranno le tue farneticazioni potranno farlo attraverso il filtro delle ipotesi e delle congetture.
Un fedele servitore di Tolomeo e Aristotele.»

 

 
 
 

Lettera a Keplero

Post n°178 pubblicato il 25 Maggio 2015 da EdMax

Lettera (immaginaria) di un anonimo copernicano a Keplero, anno 1629

Carissimo Johannes,

sei proprio sfortunato! Con le tue tre leggi hai distrutto il tuo stesso passato. Pensavi di essere l'ultimo dei pitagorici? Credevi forse di riesumare Platone con tutti i suoi cinque solidi regolari? Con le tue tre leggi hai rinnegato la circonferenza quale forma perfetta dei cieli, che è stata creata per porre rimedio alle imperfezioni terrestri. Con quelle leggi hai distrutto il moto perfetto dei cieli, quel moto uniforme creato per assecondare il volere di Aristotele, Eudosso, Tolomeo e perfino dello stesso Copernico. E ora ti ritrovi con una carrettata di sterco, quella specie di uovo che già il nostro Apollonio di Perga ci ha tramandato con le sue Coniche. E dunque hai creato un'altra profonda e inguaribile ferita al paradigma degli antichi maestri che pure ti hanno consolato durante il tuo peregrinare in Europa.

Cosa ti riserva il futuro? Dovresti saperlo, visto che di oroscopi te ne intendi! Non hai forse sbarcato il lunario con gli oroscopi che ti sono stati commissionati da prìncipi e regnanti? Ma la lacerazione che hai provocato col passato ti perseguiterà. Puoi anche fuggire da te stesso o dalla Guerra dei trent'anni, ma dovrai ritornare in te stesso per difendere il tuo nome e ciò che resta della tua famiglia. Dovrai difendere tua madre che rischia il rogo per stregoneria. Dovrai affrontare quel beone del Ticone che si rifiuta di mostrarti le sue mirabili osservazioni. Dovrai capire gli stravaganti movimenti di Marte. Dovrai occuparti del cielo senza poter osservare il cielo, giacché i tuoi occhi malconci non lo permettono. Dovrai spiegare perché il quadrato del periodo di rivoluzione del nostro amato pianeta vale come il cubo della sua distanza dal nostro amato Sole.

Caro Johannes, hai fatto cose mirabili ed eccezionali. Mi resta solo di capire perché hai fatto tutto questo.
Con immenso affetto, un tuo devoto ammiratore eliocentrista.

 

 
 
 

Lettera a Galileo Galilei

Post n°179 pubblicato il 25 Maggio 2015 da EdMax

Lettera (immaginaria) a Galileo Galilei, 1641

«Mio caro Galileo,

Negli ultimi giorni ho visitato Padova e Venezia. In questo momento mi trovo a Firenze e intendo muovermi verso Arcetri per farti visita. A proposito, chi è ora il tuo amanuense? Il Viviani o il Torricelli? Non importa. Mi giunge voce che hai perso il senso della vista. Ma può mai Galileo perdere il senso della visione oculare?

Se tu, Galileo, che hai potenziato lo sguardo verso il cielo; che hai compreso il funzionamento delle lenti; che hai fatto vedere come le cose lontane appaiono vicine; che hai compreso l'arte degl'Olandesi; che hai fatto per le cose grandi ciò che Leeuwenhoek ha fatto per le cose piccole; che hai sfidato Venezia e Roma col tuo cannocchiale: allora tu, Galileo, avresti perso il potere degli occhi?

Se tu, Galileo, che hai compreso il moto dei gravi; che hai levigato lenti e piani inclinati per assoggettarli alla tua volontà; che hai misurato distanze, tempi, velocità, e accelerazioni; che hai scoperto la legge dei quadrati dei tempi; che nella stiva di quella nave mentale hai enunciato il principio di relatività con i tuoi interlocutori: allora tu, Galileo, avresti perso la capacità di osservare?

Se tu, Galileo, che hai vissuto nelle città di Padova e Venezia che ti hanno dato la libertà; che hai dedicato i quattro satelliti di Giove ai Medici di Firenze; che hai butterato la Luna; che hai osservato quella miriade di stelle della nostra Galassia: allora tu, Galileo, saresti cieco?

Non mi dire che hai visto il Sole in faccia?...»

 

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963