C'est la Vie

come la catena di Sant'Antonio


Chi di noi non ha mai trovato, allora, nella cassetta della posta lettere  che ci invitavano a condividere scegliendo nuovi ignari destinatari ,senza interruzioni di sorta , pena malocchio e sfortuna? Allora in ballo non c’era nessuna nobile iniziativa Oggi nell’era del  * se non condividi non sei nessuno *  ci si nomina e ci sfida a suon di Ice Bucket Challenge.Perché americanizzare suona meglio.   Si posta la performance et voilà! E i  video si moltipilicano come i funghi nei boschi a settembre.         Dal regista emergente, al cantante sulla cresta dell’onda, dal VIP dimenticato al manager  di successo , dallo sportivo  osannato, al politico di Stato. Allo sconosciuto del quartiere. Nessuno esente, ognuno presente. Tace la coscienza perché è solidarietà donare all’ associazione che sostiene la lotta contro la SLA.     Per qualcuno è beneficenza,  per altri vanità, per molti giocoso intrattenimento.   Vien da chiedersi se davvero per sensibilizzare a  una raccolta di fondi benefica,  civile e umana sia necessario nominarsi e docciarsi con ghiaccio o se questo sia il ritratto di una società  assetata di apparire?   Che ne pensate: pollice su
     o pollice giù
    verso un’iniziativa così gestita?