C'est la Vie

luccica di ghiaccio e di sale


Era il 1985. Lo ricordo quell’anno. Facemmo pupazzi altissimi con carote per naso, bucce di mela rossa per bocca e bottoni del vecchio paltò di nonno per occhi. Le scuole chiusero e io ero felicissima. Indossavo gli sci per andare a comparare il pane. Più per gioco che per necessità. Ricordo il silenzio rotto solo dai cingoli degli spargisale. Mi piaceva guardarmi intorno. Il paesaggio consueto si tingeva di nuovo. Immaginavo i campi aridi e brulli che ricevevano linfa nuova.
Poi finito l’incanto, spalammo neve che sapeva di sale fino ad avere vesciche fra indice e anulare. Non mi piaceva più la neve. Oggi, attesa e annunciata, è arrivata puntuale. Imbianca qua e là poi si scioglie sull’asfalto grigio. Piroetta e diventa più insistente. S’ appoggia sui cornicioni di marmo e veste morbida i rami spogli. Invitante come lo zucchero, esorta ad uscire. 
Allegra e festosa si lascia pestare in un gioco di orme e di passi. Silenziosa svolazza. Poi s’adagia. Tesse ricami giocosi. Profuma di pulito.  Anche il traffico le si inchina. Ne sono felici gli albergatori,  esultano gli sciatori.  Il lampione illumina la strada: luccica di ghiaccio e di sale.     …com’è bella la neve quando scende ... in montagna ...