Era il 1985. Lo ricordo quell’anno. Facemmo pupazzi altissimi con carote per naso, bucce di mela rossa per bocca e bottoni del vecchio paltò di nonno per occhi. Le scuole chiusero e io ero felicissima. Indossavo gli sci per andare a comparare il pane. Più per gioco che per necessità. Ricordo il silenzio rotto solo dai cingoli degli spargisale. Mi piaceva guardarmi intorno. Il paesaggio consueto si tingeva di nuovo. Immaginavo i campi aridi e brulli che ricevevano linfa nuova.
luccica di ghiaccio e di sale
Era il 1985. Lo ricordo quell’anno. Facemmo pupazzi altissimi con carote per naso, bucce di mela rossa per bocca e bottoni del vecchio paltò di nonno per occhi. Le scuole chiusero e io ero felicissima. Indossavo gli sci per andare a comparare il pane. Più per gioco che per necessità. Ricordo il silenzio rotto solo dai cingoli degli spargisale. Mi piaceva guardarmi intorno. Il paesaggio consueto si tingeva di nuovo. Immaginavo i campi aridi e brulli che ricevevano linfa nuova.