C'est la Vie

provocazione fa rima con reazione?


 Che sia un provocatore lo si sa: molti dei suoi scatti fotografici hanno dato luogo a diatribe e sono stati contestati. Lui lo sa. E si diverte a far parlare di sè. Perché, nel bene o nel male l’importante è parlarne, lo diceva un tale Oscar Wilde. E così, Olivero Toscani stavolta immortala usi e costumi, ma anche reazioni e repliche dei veneti, o di parte di loro. Li definisce così:  «Poveretti, non è colpa loro se nascono in Veneto, è un destino. Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri. Basta sentire l’accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino». Luoghi comuni, certo. Ma certo è che alcuni veneti con la loro cantilena facile da imitare se la prendono e non perdonano: mai sia infangare la rispettabilità di un popolo lavoratore, produttivo, che paga le tasse, che tace sempre … polentone, insomma! Qualcuno s’indigna alla grande, lo cita per diffamazione e, mentre il suo staff di legali sorride, lui , sornione, si gongola. Bersaglio centrato, effetto mirato. Pubblicità assicurata.
Per dovere di cronaca, gli si chiedono 5.000 euro, pari a un euro per ogni veneto 'offeso'. Il web ne straparla, tant’è che su Facebook nasce una pagina per condividere il dissenso, o meglio, l’oltraggio. Intanto che leggevo qua e là i vari commenti più o meno accorati e esagerati,  facevo un pensiero. Un pensiero sulle provocazioni in generale: i classici pungoli creati a fagiuolo ;-) e in cui di tanto in tanto  incorriamo. Mi chiedevo se vale davvero la pena prendere di petto una battuta, seppur infelice, e , fomentando gli animi, dar seguito a patetiche espressioni o invece quel sano pizzico di menefreghismo fa sentire orgogliosi di non scadere.