[Un ragazzino di 15 anni si aggirava in stato confusionale alla stazione di Santa Maria Novella. Scomparso la mattina da Perugia, dove vive con i genitori che avevano già avvisato i carabinieri, era venuto a Firenze, ha detto, per vedere una persona conosciuta in chat su Facebook. Ha detto di avere pochi amici, e di passare tutte le notti davanti al computer. Non era neppure in grado di scrivere il suo nome sul modulo per l’identificazione. La diagnosi dei medici del Pronto Soccorso è : dipendenza da Internet.]Da Repubblica. it: Firenze , 20 febbraio Copiato, incollato e...…qui fermo l’immagine: sull’uso della rete. Che per molti aspetti ci semplifica la vita alla condizione però che siamo noi a usare lei e non lei a comandare noi. Ogni giorno in media gli italiani trascorrono 4,5 ore online, e 2,5 ore sui social network. Statisticamente 7 su 10 usa lo smartphone e, sempre statisticamente, 1 su 2 non arriva a fine mese. Che vuol dire: se ho 1 torta e siamo in 2: io me la mangio tutta, mediamente però ne abbiamo mangiata mezza a testa. Ieri sera mentre aspettavo le pizze da portare a casa contavo i minuti che impiegavano mani esperte a impastare, farcire, infornare e le tavolate. Una era di ragazzi età compresa tra i 16 e i 18 anni: pizze fumanti, coca cola, qualche birra e un numero imprecisato di smartphone. I più mangiavano, parlavano, ridevano. I cellulari erano lì in bella mostra.I meno mangiavano scrivendo. Parlavano scattandosi selfie. Ridevano inoltrandoli. Due di adulti. Nè giovani nè vecchi. Parlavano poco, ridevano meno. Un gioco di occhi che dalla pizza si spostavano velocemente sullo schermo mentre il *dloon*del messaggio ritmava la masticazione. Sorseggiavano messaggi che diventano come la bottiglia per l’alcolizzato: indispensabili. Più in là una coppia: chattavano o giocavano in silenzio.Hikikomori.Sorridevano al cellulare quasi che i messaggi che si susseguivano fossero più divertenti dello stare una di fronte all’altro.
copio, incollo e...
[Un ragazzino di 15 anni si aggirava in stato confusionale alla stazione di Santa Maria Novella. Scomparso la mattina da Perugia, dove vive con i genitori che avevano già avvisato i carabinieri, era venuto a Firenze, ha detto, per vedere una persona conosciuta in chat su Facebook. Ha detto di avere pochi amici, e di passare tutte le notti davanti al computer. Non era neppure in grado di scrivere il suo nome sul modulo per l’identificazione. La diagnosi dei medici del Pronto Soccorso è : dipendenza da Internet.]Da Repubblica. it: Firenze , 20 febbraio Copiato, incollato e...…qui fermo l’immagine: sull’uso della rete. Che per molti aspetti ci semplifica la vita alla condizione però che siamo noi a usare lei e non lei a comandare noi. Ogni giorno in media gli italiani trascorrono 4,5 ore online, e 2,5 ore sui social network. Statisticamente 7 su 10 usa lo smartphone e, sempre statisticamente, 1 su 2 non arriva a fine mese. Che vuol dire: se ho 1 torta e siamo in 2: io me la mangio tutta, mediamente però ne abbiamo mangiata mezza a testa. Ieri sera mentre aspettavo le pizze da portare a casa contavo i minuti che impiegavano mani esperte a impastare, farcire, infornare e le tavolate. Una era di ragazzi età compresa tra i 16 e i 18 anni: pizze fumanti, coca cola, qualche birra e un numero imprecisato di smartphone. I più mangiavano, parlavano, ridevano. I cellulari erano lì in bella mostra.I meno mangiavano scrivendo. Parlavano scattandosi selfie. Ridevano inoltrandoli. Due di adulti. Nè giovani nè vecchi. Parlavano poco, ridevano meno. Un gioco di occhi che dalla pizza si spostavano velocemente sullo schermo mentre il *dloon*del messaggio ritmava la masticazione. Sorseggiavano messaggi che diventano come la bottiglia per l’alcolizzato: indispensabili. Più in là una coppia: chattavano o giocavano in silenzio.Hikikomori.Sorridevano al cellulare quasi che i messaggi che si susseguivano fossero più divertenti dello stare una di fronte all’altro.