Poco meno di una quarantina di anni fa scrivevo così: *L’uomo bugiardo dice che verrà primavera * Oggi la maestra avrebbe non pochi dubbi a capire chi è *l’uomo bugiardo*, allora lo segnò appena appena forse per bravura o forse perché anche lei non ci credeva molto. Capì che mi riferivo a Bernacca. Io, bimba, facevo tesoro delle parole di nonno che quando in TV lo vedeva si dimenava quasi con una sorta di dolore e con le braccia alte imprecava contro tanta scienza. Lui che se stava per piovere lo sentiva nelle ossa e anche il callo sotto la pianta del piede gli tirava, che guardando il tramonto sorrideva perchè rosso di sera bel tempo si spera o la sera, senza binocolo, scuoteva tiristemente la testa perché la luna con l’ombrello non porta tempo bello. Con gli anni Bernacca mi risultò anche simpatico. Poi lui se andò come del resto anche nonno. Arrivarono altri *Bernacca* e con loro tante altre tecniche sofisticate e raffinate: satelliti meteorologici che raccolgono movimenti delle perturbazioni, stazioni fisse o mobili attive 24 ore su 24, palloni sonda pieni di idrogeno e lanciati in aria, radar che sanno inviare il più impercettibile fascio elettromagnetico e poi supercalcolatori che trasformano in equazioni difficilissime una quantità di dati stratosferica. Tutto questo nonno non poteva saperlo: lui ascoltava il canto del grillo e s’affidava alla mucca accovacciata che portava grandinata perché dalla buona terra e dal sudore delle mani sporche di fango nasceva e cresceva non solo il grano o l’uva ma ne andava della sopravvivenza quotidiana. Gliel' aveva insegnato il suo nonno che a sua volta l' aveva imparata dal nonno del suo nonno.
bello, brutto...sbagliato?
Poco meno di una quarantina di anni fa scrivevo così: *L’uomo bugiardo dice che verrà primavera * Oggi la maestra avrebbe non pochi dubbi a capire chi è *l’uomo bugiardo*, allora lo segnò appena appena forse per bravura o forse perché anche lei non ci credeva molto. Capì che mi riferivo a Bernacca. Io, bimba, facevo tesoro delle parole di nonno che quando in TV lo vedeva si dimenava quasi con una sorta di dolore e con le braccia alte imprecava contro tanta scienza. Lui che se stava per piovere lo sentiva nelle ossa e anche il callo sotto la pianta del piede gli tirava, che guardando il tramonto sorrideva perchè rosso di sera bel tempo si spera o la sera, senza binocolo, scuoteva tiristemente la testa perché la luna con l’ombrello non porta tempo bello. Con gli anni Bernacca mi risultò anche simpatico. Poi lui se andò come del resto anche nonno. Arrivarono altri *Bernacca* e con loro tante altre tecniche sofisticate e raffinate: satelliti meteorologici che raccolgono movimenti delle perturbazioni, stazioni fisse o mobili attive 24 ore su 24, palloni sonda pieni di idrogeno e lanciati in aria, radar che sanno inviare il più impercettibile fascio elettromagnetico e poi supercalcolatori che trasformano in equazioni difficilissime una quantità di dati stratosferica. Tutto questo nonno non poteva saperlo: lui ascoltava il canto del grillo e s’affidava alla mucca accovacciata che portava grandinata perché dalla buona terra e dal sudore delle mani sporche di fango nasceva e cresceva non solo il grano o l’uva ma ne andava della sopravvivenza quotidiana. Gliel' aveva insegnato il suo nonno che a sua volta l' aveva imparata dal nonno del suo nonno.