C'est la Vie

a battenti chiusi


Ottobre è finito e fra fuochi d'artificio e ringraziamenti si sono chiusi i battenti.
Non si spengono però  i riflettori su Expo. Per qualcuno non s’aveva da fare: era l’ennesimo spreco inutile. Per altri era un’opportunità che ci si concedeva: hanno partecipato 137 paesi e 60 capi di Stato. Qualcuno c’ha creduto: ha discusso di alimentazione, di donne, di futuro. Qualcuno c’aveva scommesso ma poi s’è ricreduto. Qualcuno ha protestato. Qualcuno l’ha fatto anche con violenza: meno male che le ire si sono quietate in fretta.Molti si sono scattati i selfie davanti all’albero della vita , quasi a dire * io c’ero*. Molti hanno fatto una gita. Molti non ci sono andati per principio o per scelta. Chi invece c’è andato ha imparato a stare in fila ordinatamente, aspettando il proprio turno.
In attesa che vengano smantellati  i padiglioni, riciclate alcune strutture,  piantati a Bolzano  gli alberi rimossi, deciso fra polemiche e promesse come sfruttare l’area immensa, la Carta di Milano che pur contiene le più buone intenzioni, che è stata tradotta in 19 lingue, che 3 miliardi di persone la leggeranno, forse, non convince. Qualcuno si chiede se l’expo sia stato una vittoria di cui andarne fieri , un’opportunità mancata o un business che si poteva evitare. Voi che ne pensate?