C'est la Vie

da iper a ipo sensibili il passo è breve


 James Isaac è un bimbo neozelandese di 9 anni affetto da autismo. Ovunque vada il suo labrador nero Mahe gli resta accanto. Anche nel letto di un ospedale. Questo riporta Repubblica.itQuesto mi riporta a lei che qualche mese fa mi diceva: *  Niente vacanze, dopo 12 telefonate nessun hotel ci accettava per via del cane. Non immagini quanto sia stato umiliante.* Chi ha un cane e ad agosto non vuole metterlo in un  canile sa che 12 telefonate prima di sentirsi dire  che  sì, il cane è il benvenuto,  sono nella norma. Ma se il cane è colui che accompagna il non vedente, condividendo le comuni azioni quotidiane , anche un solo rifiuto pesa. Pesa umanamente e pesa ancor di più perché da 41 anni si viola beatamente  la legge secondo cui al non vedente  è riconosciuto il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida. 
                 E’ una realtà tristissima. Da Milano a Belluno, da Roma a Napoli. Isole non escluse. Sono almeno 1.000 in Italia gli albergatori che negano un diritto sancito per legge . Alcuni rispondono: * Ci dispiace, ma in questo hotel i cani non sono proprio ammessi.* Altri, pensando di essere più sensibili, replicano : * Certo la stanza gliela possiamo anche dare, ma al ristorante e al bar è vietato entrare con il cane, sa è questione di igiene.* Già perché fra le ragioni a cui s' appoggiano la più gettonata è che fra i loro clienti potrebbe esserci colui che soffre di allergia al pelo di cane. Segue a ruota il timore che il cane devasti la moquette o mangiucchi le gambe della sedia  o salga sui letti e ci sbavi su.  Forse che il labrador nero neozelandese sia più educato del cane guida italiano? Forse che in Nuova  Zelanda non si soffre di allergie, neppure in un ospedale? Si è sempre molto sensibili a parole verso gli animali ma a fatti bestie sono e bestie restano.  Si è sempre iper sensibili  a parole verso le disabilità ma  da iper a ipo sensibili  il passo è breve e  a fatti si discrimina.