C'est la Vie

nessuno scopo di lucro, solo merito e qualità


   Italian Teacher Prize ha un nome tutto inglese ma è un premio tutto italiano.
11 mila erano gli insegnanti,  una selezione li ha ridotti a 50 e una giuria nazionale ha poi individuato i 10 finalisti. Oggi, i 5 premiati. La miglior insegnante del nostro Paese è  risultata una donna: ha 51 anni e insegna matematica nella scuola secondaria di II grado della sezione ospedaliera degli Spedali Civili di Brescia. Spiega, fa esercizi e interroga ragazzi ricoverati e in reparti non propriamente facili dove «fare lezione significa che la malattia non ti sta togliendo tutto» dice. Al secondo posto un'altra donna:  un'altra matematica che insegna nella sede carceraria di un istituto alberghiero. I suoi alunni sono adulti detenuti che hanno abbandonato la scuola nella prima adolescenza. Un bronzo invece va a una docente di Italiano Storia e Geografia che mette a disposizione le sue competenze all’Istituto Penale Minorile di Nisida, l’isola riformatorio di Napoli.   A un professore di Trieste matematico, fisico, chimico e molto eclettico va un quarto posto. Il suo merito è l’essersi dimostrato sempre pronto a mettersi nei panni degli studenti e stimolarli spiegando i logaritmi e le rette secanti e tangenti con l’uso del corpo, la botanica in mezzo ai boschi, la legge di gravità e i moti rettilinei e circolari sulle piste da sci. The last but non the least , c’è un quinto posto tutto veneto: lui, non vedente dal 1990, ha rapidamente imparato a servirsi di ausili e strumenti elettronici  e credendo fortemente nei testi multimediali ha appreso autonomamente il linguaggio html. Insegna italiano e latino. Nessuno scopo di lucro per loro: l’ammontare delle vincite servirà per riqualificare, modernizzare, dare linfa nuova a  ciascuna delle strutture in cui insegnano.  Voluto dal Miur, il premio vuole  riconoscere le qualità dei docenti italiani. Andando indietro negli anni ricordate un vostro insegnante a cui avreste volentierissimo regalato per merito e qualità il podio? E se sì, perché?