C'est la Vie

Noi - loro - io - voi -: tra i banchi di scuola


 Noi che la nostra maestra non era laureata ma sapeva il congiuntivo e le tabelline. Noi che un brutto voto equivaleva a una ramanzina, a volte un castigo,  di mamma e papà. Noi che non ci sfiorava l’idea di picchiare un insegnante e rompergli qualche osso. Noi che i nostri genitori non prendevano a pugni l’insegnante che ci rimproverava. Noi che i voti erano sul registro di carta.
Noi che, nonostante tutto, la scuola era buona... … anche se scioperavamo contestando lo  sterile nozionismo, anche se eravamo politicizzati, anche se  avremmo bruciato la Divina Commedia, le ossido-riduzioni e i principi tutti della dinamica. Loro che all’asilo la maestra li picchia e li umilia e che se hanno la febbre se ne frega. Loro che un brutto voto equivale all’incapacità di spiegare dell’insegnante. Loro che un professore va picchiato e se gli rompono qualche osso se ne infischiano. Loro che i loro genitori schiaffeggiano la maestra perché giammai sia che il pargolo sia rimproverato. Loro che non scioperano, non sanno di politica ma hanno la buona scuola E sanno alzare le mani. Io che avevo 8 anni. Io che  la mia maestra mi bacchettò il dorso delle mani e chiusi gli occhi per non piangere. Io che alla lavagna ero colpevole di avevo fatto cadere dalla mensolina il cancellino. Io che la bidella mi medicò e accarezzandomi mi diede una caramella Rossana. Io che mostrai i lividi a mamma e papà. Io che la mia mamma non dichiarò la notizia al giornale ma parlò con il Direttore. Io che da quel giorno non presi più bacchettate perché il Direttore sostituì la maestra. Io che , mamma oggi, osservo con piacere mie figlie scambiarsi aggiornamenti e comunicazioni con gli insegnanti via WhatsApp. Voi che,  come me non comprendete né giustificate gli sporadici ma frequenti episodi di brutta cronaca e di pessima società,  ricordate qualche episodio bello o brutto legato al tempo della scuola e/o ai vostri insegnanti?