C'est la Vie

Nei suoi panni


Mettiamo il caso che siate Tobias, che andiate all'aeroporto per riabbracciare vostro figlio, 17enne,  Finn e che lo ritroviate diverso da come lo conoscevate. Si fa chiamare Helen e si veste da donna perché si sente donna. E scopriate che in quell’anno in cui eravate lontani, si stava preparando non solo per l'università ma anche per  l'operazione di cambio di sesso.  Come reagireste? E’ grossolanamente la trama del film Chiamatemi Helen del 2015,  tedesco , drammatico che ha avuto un discreto successo e  trasmesso la settimana scorsa  su Rai2.
Se ne parlava tra di noi. Qualcuno diceva: *Sosterrei mio figlio e il suo coraggio: se vuole essere Helen, Helen sia!* Ribatteva l’altro: *Ci viene facile a parole ribadire che vogliamo la felicità dei nostri figli, ma a fatti tante volte restiamo confusi e incapaci di confrontarci con tematiche sull’identità di genere. Anche per una famiglia di mentalità aperta, gestire il tormento di un figlio adolescente che sente di essere nato nel corpo sbagliato sconquassa.* Più di uno sosteneva: * Con ‘sta mania di parlare di omosessualità, di gay pride, finisce che i "diversi"siamo noi etero. E finisce anche che alcuni adolescenti con più dissidi interiori e con più rabbie dentro vogliano provare l’ebbrezza di accostarsi, fosse solo per curiosità o protesta, al mondo omosessuale.* E voi che ne pensate?... Sinceri, però…