C'est la Vie

Stessi doveri, ma diversi diritti: è così che si guarda avanti?


Lei si chiama Greta Nnachi. E' nata quattordici anni fa a Torino. I suoi genitori sono di origine nigeriana. In questi anni, oltre che ad andare a scuola in Italia e studiare la  * nostra*  lingua e la nostra  *storia*,  si è impegnata nell'atletica al punto che qualche giorno fa ha battuto il primato italiano di salto con l'asta, saltando 3.70 m stabilendo un record per la sua categoria. Di lei si dice: "Ha le potenzialità per diventare un fenomeno" Ma il riconoscimento del suo primato è in discussione perché non ha la cittadinanza italiana. Greta non è il primo caso.L' allora 15enne Roberta Gherca saltò addirittura 3,91 metri.  Ma era cittadina rumena, perciò  è come se non avesse saltato. Qualche tempo fa ricorderete  senz’altro il clamore mediatico che suscitò  la storia di Ramy e Adam, i due ragazzini nati in Italia uno da  genitori magrebini e l'altro egiziani che chiamarono il 112 per dare l'allarme sul bus dirottato a Milano. Così scriveva allora Luigi Di Maio su Facebook. "Ha(nno) messo a rischio la propria vita per salvare quella dei   compagni.  Spetta la cittadinanza italiana. Questo è un Paese che deve saper guardare oltre." A parole si riempirono le pagine dei giornali, ma a fatti nulla si concretizzò.   La legge parla chiaro: non importa se sei nato in italia e se frequenti scuole italiane, se i tuoi lavorano nelle  *nostre*  fabbriche e pagano le tasse italiane. Prima di diventare cittadino italiano devi aver compiuto 18 anni e che tutto vada bene.
E’ così che si guarda avanti? Stessi doveri, ma diversi diritti?