C'est la Vie

300 euro di piacere


e scoprirsi al pronto soccorso  con la lussazione ad una spalla, alcune costole incrinate, il radio fratturato e quaranta giorni di prognosi. E' l'epilogo di una notte di sesso estremo di un 50enne di Rimini, in trasferta al Nord per lavoro e curioso di sperimentare esperienze sadomaso. Lui urlava, lei sfoderava il catalogo completo delle prestazioni, convinta che in quelle grida si concentrasse l'apice del piacere e non il limite della sopportazione. Perché c'era un accordo fra di loro: bastava una parola d'ordine stabilita alla stipula del contratto e la dominatrice avrebbe cessato le pratiche forti. L’uomo a prestazione conclusa ha accusato un malore ed è stato soccorso in strada da un'ambulanza. Sulle prime i sanitari pensavano ad un'aggressione tanto era malconcio. Poi, il racconto dell'aggredito. Imbarazzante rivelare che un'ora di sesso estremo a 300 euro l'aveva ridotto così, vero? Imbarazzante percepire le espressioni dei medici e della forze dell'ordine chiamate sul posto.
Che  a tavola e a letto sui gusti  e sui piaceri non si discuta è una grande verità. Col senno di poi è probabile che il protagonista di questa tragicomica vicenda abbia rimpianto e non poco i rapporti di *routine* fatti di coccole, baci, tenerezze. Magari in camera da letto, secondo copione, ma con passione, foga e senza dolore. Sta il fatto che oggi la mistress, una  donna dell’Est, è rinviata a giudizio con l'accusa di lesioni personali aggravate e rischia fino a 7 anni di reclusione. In un mondo, quello del sadomaso,  in cui il sesso è anche perversione,  è  colpevole lei che frustava, calpestava, pestava, faceva urlare  e quindi da condannare? O invece l’avere a che fare con un cliente consenziente  che urla ma  che non pronuncia la parola di sicurezza è già uno sconto di pena per la dominatrice?